Esperienze vissute



Imbarco sul Pogoria 30 novembre 07 dicembre


Heilà ragazzi,mi chiamo Lorenzo,frequento da quest'anno il nautico Fiorillo,e non sapete con quanta soddisfazione ed entusiasmo,vado a raccontarvi,quanto mi è successo a fine novembre.Grazie al professor Rapolla,e alla Sta-Italia,ho avuto la possibilità di imbarcarmi su una nave scuola polacca,il Pogoria.Dopo aver preparato i vari documenti necessari,i bagagli,le scorte d'alimenti,è arrivato il giorno della partenza,e non stavo nella pelle per ciò che mi stava accadendo.Ah,devo dirvi,che con me partiva un mio compagno di classe,Andrea,ed anche se lo conoscevo solo da meno di due mesi,è stato un grande compagno d'avventura.Accompagnati dai nostri genitori a Genova Marina Aereoporto,il 30 novembre,in una giornata di pioggia,vento,freddo,aveva inizio la mia prima navigazione.Da quel momento,la mia casa sarebbe stata il Pogoria,la mia famiglia l'equipaggio,ed i miei piedi non avrebbero poggiato su terra,ma su quello che da sempre è per me il mio habitat naturale:il mare.Un po' di preoccupazione c'era,ma niente paragonata alla mia voglia di fare quell'esperienza.Dopo essere saliti a bordo ed esserci presentati all'equipaggio,ci sono stati assegnati i nostri alloggi.A bordo del Pogoria eravamo una cinquantina di persone:equipaggio,studenti, divisi in gruppi con assegnazione di compiti che vanno dall'assistenza in cucina,pulizia della nave e turni di guardia,osservazione,timone,navigazione e regolazione della velatura quadra.Con noi,in quella settimana,partivano ragazzi e alcune ragazze,di nazionalità polacca,nostri coetanei.Già da subito,ci siamo resi conto,che il primo nostro scoglio sarebbe stata la lingua.Ma con mia grande sorpresa,già dopo poco tempo,eravamo riusciti a comunicare con tutti.Solo il nostro Comandante,parlava un poco l'italiano.Purtroppo per le condizioni meteo avverse,abbiamo lasciato il porto,con un giorno di ritardo.Dopo l'alzabandiera,ore otto a.m.,Andrea ed io abbiamo fatto la manovra di disormeggio a poppa,mollando le cime insieme al nostro gruppo,e avanti tutta si partiva.L'adrenalina era a mille,davanti a noi una distesa d'acqua,mentre alle nostre spalle Genova.Prima destinazione:Lerici.Dopo un'ora di navigazione il Comandante ha deciso di spiegare le vele,siamo tornati sul ponte e ne abbiamo spiegate solo tre,intanto piano piano ci si avvicinava al nostro prima sbarco.Arrivati al piccolo porto di Lerici abbiamo dato fondo all'ancora e siamo scesi a terra con il tender,un piccolo gommoncino a motore.Arrivati a terra il programma prevedeva la visita alle Cinque Terre.Alle 22.30 siamo ripartiti per L'isola D'Elba:Portoferraio.Abbiamo navigato tutta la notte ed io, ogni tanto,salivo sul ponte e mi guardavo intorno:tutto ciò che mi circondava mi piaceva,anche se era solo acqua,cielo,oscurità.Il mare incomincia ad incresparsi,ed il rollio della nave mi provoca un lieve malessere,ma è durato poco.Arrivati al porto alle 09.30 ci viene assegnato il compito di dipingere alcuni tratti della parte sinistra del Pogoria,poi il Comandante ci lascia la giornata libera,e mentre tutti se ne vanno alla visita del luogo,Andrea ed io andiamo a mangiare qualcosa di buono:eh,si perchè la cucina polacca è ben diversa da quella italiana!!!Tornati a bordo ci aspetta il turno in cucina:apparecchiare la tavola,servire l'equipaggio,lavare piatti,bicchieri e posate.Devo dire che anche se dicembre,il sole, la temperatura mite,la vista dall'alto del porto hanno reso bellissima questa giornata che ci farà affrontare meglio il periodo di navigazione che ci porterà in Corsica:Saint Florent. Lungo questo tratto di navigazione assolviamo ad un altro nostro compito:dalle 04.00 alle 08.00 guardia sul ponte,è stata veramente una delle notti più dure,ma anche una delle più divertenti.I giorni trascorrono velocemente e so che presto la mia avventura terminerà,ma questo non toglie interesse ai miei compiti e alle prossime tappe:Santa Margherita Ligure e Porto Antico.Siamo arrivati al nostro ultimo scalo,è sabato 7 dicembre,dopo aver scambiato qualche saluto con i nostri nuovi amici alla presenza dei nostri genitori, ci congediamo dal Comandante,un ultimo saluto al Pogoria e.....al prossimo imbarco!!!

STAGE A BORDO DEL POGORIA


Proseguono a pieno ritmo gli stage formativi dei nostri allievi a bordo del veliero polacco "Pogoria" grazie alla consolidata collaborazione con l'associazione STA-I di Genova. Almeno per il momento, la partecipazione agli imbarchi è andata al di là di ogni mia più ottimistica previsione grazie ad ulteriori date che l'associazione è stata in grado di fornire oltre a quelle inizialmente pianificate nello scorso mese di ottobre. Nel corrente anno scolastico hanno avuto il piacere di provare questa fantastica esperienza ben 13 allievi , ed in particolare:
dal 16 al 23 novembre Davide Tognini (5^T.M) e Lorenzo Tamagna (2^T.T);
dal 30 novembre al 7 dicembre Lorenzo Ricci (3^ C.M.N.) e Andrea Taucci (3^C.M.N.);
dal 14 al 21 dicembre Elia Frisan (5^T.M) e Gheorghita Tanasie (5^ T.M.);
dal 28 dicembre al 4 gennaio Gabriel Piccinini (2^T.T.) e Gheorghita Tanasie (5^T.M.);
dal 18 al 25 gennaio Daniele Vario (3^C.M.N.) e Giovanni Giusti (3^ C.M.N.);
dal 25 gennaio al 01 febbraio Lorenzo Galloni (5^ T.M.) e Manuel Busletta (5^ T.M.),
dal 01 al 08 febbraio Giuseppe Matrullo (5^ T.M.) e Lorenzo Grassi (5^T.M.);
dal 08 al 15 febbraio Lorenzo Tamagna (2^T.T.).

Ho voluto sottolineare gli imbarchi"aggiuntivi" non assegnati inizialmente conseguenza di successive disponibilità da parte della STA-I e della nave Pogoria che gli allievi (con malcelato orgoglio...) hanno saputo cogliere al volo, nonché i nominativi di quelli provenienti, nel corso del corrente anno scolastico, da altri istituti con l'obiettivo di chiarire che l'eventuale "vocazione al mare" potrebbe essere scoperta in un secondo momento e quindi successiva al passaggio dalle scuole di primo a quelle di secondo grado. Il prossimo 22 febbraio è già programmato il "battesimo del mare" per gli studenti Giacomo Salvatori e Nicolò Di Ronza della classe 3^ C.M.N. .
E' inoltre previsto, a breve, l'inizio dei week end a bordo di alcune golette messe a disposizione di armatori privati associati con la STA-I, nel golfo genovese e spezzino nonché la partecipazione nel prossimo mese di aprile al prestigioso Trofeo dell'Accademia Navale di Livorno.
Nelle foto alcuni degli allievi partecipanti.
Prof. Renato Rapolla (docente di materie nautiche e referente del progetto "Sailor School")

Daniele Vario - Istituto Nautico Fiorillo M. di Carrara


Sabato, 1° Giorno

Arrivati alla nave alle 14.00 circa a Genova Marina-Areoporto ci siamo subito imbarcati, l'ufficiale ci ha guidato ai nostri letti e ci ha mostrato dove dovevamo dormire durante la settimana. Una volta scelti i letti ci ha spiegato dove si trovavano le vie di fuga, gli estintori e successivamente ci ha spiegato gli allarmi. Sul Pogoria c'erano due tipi di allarmi:
-uno che segnalava pericolo, quindi incendio o che stavamo imbarcando acqua.
-Il secondo invece era un'allarme generale e quindi ci segnalava che dovevamo salire sul ponte.
Finita questa spiegazione ci ha fatto fare un mini-tour della nave e poi ci ha fatto vedere dov'era il calendario che ci mostrava i nostri turni di lavoro durante la settimana. Ci ha inoltre assegnato ai nostri gruppi ed io ero nel 3°. Il primo giorno era un po' sballato per tutti e quindi io ho iniziato il turno in cucina un'ora dopo. Durante il turno di cucina però, pur non avendolo sono andato sul ponte a fare un'ora di guardia insieme ad un'altro ragazzo polacco, finito il turno siamo andati a cenare ed infine a dormire.

Domenica, 2° Giorno

Il secondo giorno inziò come il primo, ovvero con il turno in cucina dove abbiamo aiutato ad apparecchiare, servire, lavare i piatti e anche pulire per terra. Verso le 12:00 circa è suonato l'allarme generale che indicava che dovevamo salire sul ponte quindi ci siamo messi le imbracature e siamo saliti. Una volta su abbiamo aiutato con le manovre e una volta in navigazione siamo ritornati in cucina a finire il nostro turno. Quindi abbiamo aiutato un'altra volta ad apparecchiare, servire, ecc. Il secondo giorno però ho pranzato con il cibo che servivano sulla nave e non essendo abituato a quella tipologia di cucina, non essendo inoltre abituato alla navigazione mi sono sentito male. Passato il periodo di malessere però sono ritornato a lavoro e quindi ho fatto una parte del mio turno di guardia. Finito anche quest'ultimo sono finalmente andato a dormire, anche se per poco.

Lunedì, 3° Giorno

Questa giornata è iniziata davvero prestissimo perché la nostra capo-squadra ci ha svegliato alle 3.45 perché avevamo il turno di guardia durante la navigazione dalle 4.00 alle 8.00. Finito il nostro turno di guardia siamo andati un po a dormire fino alle 10.00 circa e poi ci siamo dovuti alzare perché è suonato l'allarma per le manovre perché ci stavamo avvicinando al porto di Nizza. Le manovre sono finite verso le 11.30. Una volta ormeggiata la nave ci hanno lasciato del tempo libero e quindi siamo andati a fare un giro per la città fino alle 18.00. Dalle 20 alle 24 però avevamo il turno di guardia ma siccome eravamo in porto toccava un'ora ciascuno e quindi finta anche quest'ora di turno ci hanno lasciato ancora del tempo libero. Abbiamo quindi visitato la città e mangiato fino alle 00.00. Successivamente siamo andati a dormire.

Martedì, 4° Giorno

Il 4° giorno la sveglia era alle 7.00 e come tutti i giorni alle 7.55 siamo andati sul ponte a fare l'appello. Una volta fatto l'appello ci hanno detto che saremo partiti a breve con rotta verso Portovenere. Inizialmente dovevamo andare all'isola d'Elba però non c'era vento e quindi abbiamo cambiato. Siamo dunque partiti e noi abbiamo anche fatto il nostro unico turno di lavoro per questo giorno che andava dalle 8 alle 12 ed era il turno di guardia. Finito quest'ultimo avevamo tutta la giornata libera e siccome volevamo evitare il mal di mare avuto il 2° giorno siamo stati a letto per un po' e poi siamo andati sul ponte. Il 4° giorno è passato un po' così.

Mercoledì, 5° Giorno

Il 5° dovevamo di nuovo svegliarci prestissimo infatti ci siamo svegliati alle 23.45 perché avevamo il turno dalle 00.00 alle 4.00. Finito questo turno potevamo dormire fino alle 7.00 e alle 7.55 c'era l'appello e poi potevamo tornare a dormire fino alle 11.30 perché dalle 12.00 alle 16.00 avevamo un'altro turno di guardia. Nel pomeriggio proprio mentre avevamo il turno di guardia siamo arrivati a Portovenere dove siamo rimasti all'ancora. E se volevamo scendere dovevamo farci portare sulla terra ferma col gommone e così abbiamo fatto. Ci hanno lasciato del tempo libero fino alle 19.00. E durante questo tempo libero siamo andati a visitare la città e siamo anche andati a visitare La Spezia. Poi come da accordo alle 19.00 siamo ritornati sulla nave e siamo andati a dormire.

Giovedì, 6° Giorno

La sveglia era alle 7.00 ci siamo alzati e siamo andati ad aiutare a preparare la colazione visto che era il nostro turno in cucina, che finiva alle 16.00 . Alle 7.55 c'era l'appello come al solito e dopo di esso abbiamo continuato il nostro turno in cucina. Alle 10.00 circa siamo partiti da Portovenere ed eravamo diretti verso Portofino. Alle 15.00 circa siamo arrivati e anche sta volta siamo rimasti all'ancora e quindi un'altra volta per andare sulla terra ferma dovevamo usare il gommone. Abbiamo voce al solito aiutato a mettere in acqua il gommone e poi successivamente siamo andati a visitare la città. Siamo ritornati sulla nave alle 21.00. Prima di andare a letto abbiamo deciso i turni di guardia ed avevamo stabilitò che io dovevo fare il turno dalle 6.00 alle 7.00 del giorno dopo e che successivamente nel pomeriggio saremmo partiti per Genova porto-antico.

Venerdì, 7° Giorno

La sveglia è stata un po improvvisa perché io dovevo svegliarmi per le 6.00 e andare a fare il mio turno di guardia, ma alle 5.10 mi hanno svegliato e mi hanno avvisato che dovevamo partire perché stava arrivando il brutto tempo e quindi siamo partiti con rotta verso Genova porto-antico. Abbiamo dunque fatto il turno di guardia intero e siamo stati sul ponte fino alle 8.00. Siamo arrivati a Genova alle 9.00 circa. Arrivati abbiamo aiutato ancora con le manovre di ormeggio. Eravamo però nel turno di "disponibilità" ovvero dovevamo essere sempre disponibili quando ci chiedevano di fare qualcosa, ci hanno quindi chiesto di pulire il ponte e così abbiamo fatto. Finito di pulire il ponte ci hanno lasciato del tempo libero per andare a mangiare e siamo andati a mangiare. Siamo ritornati verso le 13.00 dove ci hanno annunciato che saremmo sbarcati. Gli altri italiani si sono fatti venire a prendere mentre io e Giovanni dopo aver ricevuto le carte dal ufficiale abbiamo preso un treno e siamo tornati a casa. È stata un esperienza che mi è davvero piaciuta e che mi piacerebbe ripetere in futuro. Mi è davvero piaciuto navigare e posso dire che quest'esperienza ha segnato la mia vita.

A Bordo del "Pogoria"

Nell' ambito del mio curriculum scolastico ho avuto l' opportunità di vivere concretamente l' esperienza della "vita di mare", che grazie agli imbarchi ho avuto la possibilità di fare. Ovviamente devo ringraziare l'associazione Sta-Italia,la nostra Scuola ed il prof. Rapolla che organizza tali imbarchi.
In 3° ho avuto la prima esperienza nella nave-Scuola "Spirit of Chemanius", che pur essendo stata,breve, è stata importante perchè mi ha fatto assaporare il contatto diretto con la nautica e mi ha invogliato a fare altre asperienze di questo tipo.

Il 25 Gennaio mi sono imbarcato sulla nave scuola"Pogoria" per una settimana, ed è stato per me non solo formativo a livello professionale ma anche a livello di maturità personale. La nave scuola, battente bandiera polacca,è un veliero costruito il 23 gennaio del 1980 di circa 50 metri di lungezza,8 di larghezza e 4 di pescaggio con circa 1000 mq di superficie velica,e dotata di un motore diesel Iveco con 310cv.
Il veliero è di tipo:"brigantino", veliero maneggevole e di dimensioni contenute, dotato di 3 alberi, armato con vele auriche.
Mi sono imbarcato a Genova Porto Antico il giorno 25/01/14 e sono sbarcato il 31/01/2014.
Il viaggio ha avuto le seguenti tappe: appena salpati da Livorno ci siamo diretti verso il principato di Monaco e successivamente a Cannes e Nizza, dove in quest'ultima abbiamo attraccato per fare rifornimento di carburante e cibo, per poi concludere a Portovenere.
Prima della partenza siamo stati divisi in 4 gruppi di 5 persone, all'interno della nave c' era una tabella con delle caselle colorate e ogni colore corrispondeva a una mansione che veniva svolta durante i turni a rotazione ogni 4 ore.
Ogni gruppo aveva un ufficiale di riferimento che ci guidava e ci insegnava il comportamento all' interno della nave.
Noi che eravamo gli unici italiani avevamo un ufficiale che ci traduceva dal polacco all' inglese e ci aiutava a capire le nostre mansioni.
il giorno 26/01/2014 alle ore 7:00 è suonata la campana e il Comandante ci ha riuniti tutti sul ponte e chi voleva provare poteva arrampicarsi sulle sartie dell' albero maestro tramite una speciale imbragatura che ti permetteva di arrivare alle varie pittaforme dove potevi aprire le seguenti vele: gabbia,gran velaccio,contro gran velaccio.
Succcessivamente abbiamo svolto l'esercitazione di abbandono nave che consisteva nel ritrovarsi sul ponte con il proprio gruppo vicino alla zattera gonfiabile assegnata dall' ufficiale.
Nel pomeriggio siamo salpati dal porto di Genova verso le ore 16:00 e ci siamo diretti a Montecarlo ancorando alle 6:00 tramite un sistema meccanico-elettrico. Intorno alle ore 10:00 col tender ci hanno portato sulla terra ferma per visitare Montecarlo fino alle ore 17:00.
La sera stessa, verso le ore 19:00, siamo partiti dirigendoci verso Cannes con il mio gruppo avevamo il turno di navigazione notturna dalle ore 20:00 alle ore 00:00,durante la quale a rotazione timonavamo,aiutavamo a issare le vele quando era disponibile il vento e stavamo di vedetta al lato dritto e sinistro della nave controllando che non ci fossero altre navi in rotta di collisione.
In tal caso, anche se la nave era molto distante,dovevamo avvertire l' ufficiale che a sua volta avvisava il Comandante.
Il giorno 28, verso le ore 11:00 del mattino, siamo arrivati a Cannes e anche li abbiamo dato fondo all' ancora,sempre col tender ci hanno portato sulla terra ferma per visitare Cannes fino alle ore 15:00.
Intorno alle ore 17:00 siamo ripartiti per dirigerci verso Nizza,quando eravamo vicini al porto, il Comandante ci ha riuniti tutti sul ponte per la manovra generale di attracco e siamo arrivati verso le ore 00:00 del giorno 29.
Durante il turno di guardia notturna con il mio gruppo controllavamo che non entrasse nessuno di estraneo al fuori dell'equipaggio e che nessuna cima si abbittasse dalle bitte. Il giorno 30 alle ore 15:00 siamo salpati dal porto di Nizza, inizialmente pensavamo di dirigerci in Corsica, poi le condizioni meteo sono peggiorate sensibilmente con 8 ore di forte vento ed abbiamo cambiato rotta giungendo a Portovenere alle ore 23:00 dove, a causa della mia indisposizione per le avverse condizioni meteorologiche sopracitate, sono stato costretto a sbarcare anticipatamente.
è stata un esperienza molto entusiasmante e formativa che mi ha permesso di interagire anche con persone di altre nazioni e capire a che punto possiamo resistere di fronte alle difficoltà, e spero che questa esperienza si ripeti molto presto.

Lorenzo Galloni 5° tecnico mare

Sull'Amore Mio

Durante l'estate dal 28 giugno al 6 luglio ho partecipate a una crociera sulla goletta Amore Mio ( un'imbarcazione a vela dotata di due alberi leggermente inclinati verso la poppa). Il nostro equipaggio era formato da 3 persone; il comandante ed anche armatore della goletta ( Lino Tirelli), un ragazzo che fa vela al yacht club di Genova (Enrico ) ed il sottoscritto.
Il 28 giugno quando ci siamo imbarcati a Genova, il nostro comandante ci ha spiegato cosa avremmo dovuto fare durante questa crociera ed il nostro tragitto. Il primo giorno abbiamo effettuato una navigazione di circa 4 ore da Genova a La Spezia, però ci siamo dovuti fermare a Rapallo perché le condizioni meteo non permettevano la prosecuzione del viaggio dove ci siamo fermati ( in rada), perché le condizioni meteo non permettevano la prosecuzione del viaggio. La mattina presto appena svegli abbiamo controllato tutte le cime e siamo partiti verso Le Grazie , ma visto che il tempo non permetteva, la maggior parte del tragitto lo abbiamo fatto a motore poiché a vela non riuscivamo ad andare a più di 2 3 nodi. Il nostro obiettivo era di raggiungere l'isola d'Elba entro 3 giorni per incontrarci con un'altra goletta di nome Pandora a Portoferraio, per fare delle regate insieme nei pressi dell'isola. Il viaggio da Le Grazie a Portoferraio e durato di circa 15 ore. Una volta arrivati a Portoferraio ci siamo fermati in rada per la notte. La nostra prima veleggiata l'abbiamo fatta da Portoferraio a Marciana.
Durante il viaggio, con l'ausilio di drizze e scotte, issavamo i fiocchi ( trinchettina, fiocco, uccellina), le 2 rande (maestra, di trinchetta) e una nuova vela il fisherman. Ma il compito con le vele non finiva li; perché a seconda di dove ci arrivava il vento rispetto alla prua, dovevamo portare le vele a sinistra o a dritta in modo da prendere bene il vento per farci avanzare.
Ogni sera, quando rientravamo in porto, controllavamo il bollettino meteo per il giorno successivo e anche quello dopo, in modo da decidere se rimanere in porto o poter uscire per andare a vela.
Mi è dispiaciuta solo una cosa, siamo dovuti ripartire un giorno prima di quello prestabilito, perché controllando il bollettino meteo di 2 giorni in avanti, le previsioni meteo prevedevano vento di prua, quindi dovevamo usare molto il motore e per ciò aumentavano anche tanto i consumi di carburante. Infatti abbiamo deciso di partire un giorno prima per avere un vento favorevole. Il nostro viaggio è finito il 6 luglio quando siamo sbarcati a Genova.

Pavlov Vladislav M. Fiorillo 3 "A" Marina di Carrara

Sulla Stella Polare

Avendo precedentemente fatto molti imbarchi (grazie all'associazione STA Italia ed al mio Istituto), ho potuto partecipare dal 29 settembre 2013 al 5 ottobre 2013 alla Tall Ship International 2013, nella seconda parte della regata da Tolone( Francia) a La Spezia. I velieri partecipanti a questa regata erano tanti e di tutte le dimensioni, io mi sono imbarcato sulla "Stella Polare" uno Yawl di 21metri (una barca con 2 alberi, quello maestro al centro della barca e quello di mezzana a poppa), con armatore la Marina Militare Italiana.
Salito a bordo mi sono presentato a tutto l'equipaggio formato da 8 persone. Il nostromo mi ha dato una brochure e mi ha detto di leggere e capire il più possibile della barca in modo che durante la navigazione, mi sapessi muovere quando mi veniva dato un ordine. Il primo giorno è finito con la sola presentazione. Il secondo giorno ci siamo svegliati tutti alle 7 per cominciare a preparare la barca per la sfilata (di 21 miglia lungo la costa) e successivamente per la regata.
La regata era suddivisa in 4 classi (A, B, C, D) all'arrivo a La Spezia, ogni barca a seconda della classe a cui apparteneva doveva moltiplicare il proprio tempo per un coefficiente specifico.

Iniziata la regata , il mare e il vento avevano un andamento variabile, infatti il vento variava dai 30 nodi con picchi di 40 e il mare da 1m d'onda aveva anche picchi di 2m. Il vento come il mare non aveva una direzione costante. Una volta partiti il vento e diventato regolare e per un lungo periodo lo avevamo in poppa, quindi per avere maggior velocità abbiamo aperto le vele a farfalla (abbiamo portato la randa maestra a dritta e il fiocco a sinistra). Per un periodo di tempo il vento era quasi del tutto calato e se non fosse per questa intervallo di tempo potevamo ancora ridurre il nostro tempo di navigazione. I compiti che avevo sulla barca erano di aiutare l'equipaggio durante le manovre con le vele issare i diversi tipi di fiocchi (si usava quello leggero quando il vento era quasi nullo, perché essendo molto sottile e grande bastava una brezza minima per farlo gonfiare e far andare la barca, mentre appena il vento aumentava bisognava tirarlo giù poiché essendo sottile le raffiche forti lo potevano strappare, quindi si issava il fiocco medio che era più spesso e con brezze più forti ci faceva andare più veloci.). Per fare tutto il tragitto ci abbiamo messo 1 giorno e mezzo anche se non abbiamo seguito la rotta più veloce poiché una traiettoria ad "arco" in modo da avere sempre il vento favorevole per farci andare veloce (in questa regata era vietato usare il motore.

Alle 7:30 siamo arrivati a La Spezia primi in teoria invece nella classifica generale terzi e nella classifica della nostra classe secondi (per il calcolo del coefficiente specifico). Durante la navigazione gli strumenti che abbiamo usato erano il GPS (che faceva vedere la rotta che seguivamo, la velocità, quanti gradi e quante miglia eravamo fuori rotta, quante miglia mancavano al punto d'arrivo), due strumenti uno digitale e uno con la freccina che ci indicavano che angolo formava il vento reale con la prua della nostra barca e a che velocità soffiava cosi potevamo capire se le vele andavano cazzate o lascate in modo che la barca si muovesse in avanti.

Quando siamo arrivati abbiamo tolto tutte le cime ( drizze, scotte) visto che il giorno successivo dovevamo aprire la barca per le visite, e abbiamo cominciato a pulire la barca sia in coperta che sotto. Il giorno delle visite la sveglia era alle 8 cosi potevamo dare un'altra lucidata agli ottoni e ai verricelli.
Questa esperienza è stata molto diversa per me perché era la prima volta che mi imbarcavo su una nave militare, e quindi anche il mio atteggiamento e comportamento dovevano essere molto diversi da quelli degli altri imbarchi, ma è anche stato molto utile perché ho imparato molte cose nuove direttamente sul campo e anche molti termini nuovi che prima non sapevo neanche ci fossero.
L'imbarco mi è piaciuto molto e spero di rifarne uno il più presto possibile.

Marina di Carrara , M. Fiorillo 3° "A" Pavlov Vladislav

Diario di bordo di Cristiano Nardini

Grazie ai fondi finanziati dal Sultano dell' Oman, ho vinto una borsa di studio per poter partecipare alla Tall Ship Regatta, essa consiste in una vera e propria regata tra velieri storici provenienti da tutto il mondo. Quest'anno la partenza è stata a Barcellona con arrivo a La Spezia. Sono imbarcato dal 29/09 al 05/10 da Tolone a La Spezia, penultima tappa della Tall Ship, sul veliero Gulden Leeuw. Il Gulden Leeuw è un veliero del 1937 di 70 metri, battente bandiera olandese. Fu costruito per conto del ministero danese dell'Agricoltura e della pesca, è progettato come nave rompi ghiaccio. Durante il suo servizio ha navigato per la ricerca, per il trasporto merci e anche come nave scuola. Le attività a bordo comprendono l'addestramento alla vela e l'obiettivo primario è quello di insegnare lo spirito di squadra.

Giorno 1

Ore 17:00 : Il primo impatto giunto a Tolone, è quello di questi meravigliosi velieri ormeggiati lungo la banchina del porto, il Gulden Leeuw spicca per la sua forma caratteristica da yacht classico anni '30. Conosciuto l'equipaggio e i miei prossimi compagni di avventura, siamo stati divisi nei seguenti gruppi: Blu verde e rosso. Io facevo parte del gruppo blu. 19:00 : Dopo aver stretto amicizia con la maggior parte dei ragazzi all'interno della barca, un ufficiale ci comunica i vari turni per tutto il resto del viaggio; a noi tocca dalle 16:00 alle 18:00 e dalle 04:00 alle 08:00. Durante questi turni si esercitano diverse mansioni: Guardia, come dice la parola stessa, i vari "watch man" devono stare sulla fiancata di sinistra e dritta e controllare l'orizzonte che non ci siano varie imbarcazioni in rotta di collisione, oltre ai semplici watch men, veniva assegnato un watch leader per ogni turno, il quale aveva il compito di controllare il ponte e i watch men; Navigator, ovvero il personale addetto al carteggio, ha il compito di posizionare il punto nave e le coordinate sul giornale di bordo; Timoniere e aiutante del timoniere, hanno il compito di governare l'imbarcazione; i restanti del gruppo sono al servizio dell'ufficiale se ci fosse bisogno di aiuto. Oltre ai turni stabiliti, a rotazione abbiamo esercitato diversi turni in cucina e il ruolo di mozzi.
21:00 : Usciamo per visitare i dintorni di Tolone
00:00 : Rientro in barca e immediatamente mi reco a letto per essere al 100% il giorno seguente

Giorno 2

Ore 08:00 : Sveglia e colazione, il comandante Robert Postuma ci comunica che per le 12:00 saremo partiti per una sorta di parata insieme a tutti i velieri che partecipano, per poi alle 17:00 dar via alla vera e propria regata
Ore 12:00 : La partenza da Tolone è stata molto emozionante, tantissima gente ha assistito con grande gioia e curiosità durante il disormeggio. Avviati verso il mare aperto lo scenario che ho difronte è stato unico; tutte le imbarcazioni partecipanti, scortate da motovedette della Marina francese, posizionate in una ristretta zona
Ore 17:00 : E' ufficiale, è iniziata l' ultima tappa della Tall Ship. Ci troviamo subito tra le prime posizioni, sono molto emozionato, amo le competizioni. Diversi elicotteri ci sorvolano riprendendoci con le telecamere.

Giorno 3

Ore 04:00 : Inizio il turno, si naviga per 50° verso La Spezia, la nave Orsa Maggiore ci sta raggiungendo, si trova dietro di noi a un CPA di 1.5mg con velocità superiore, nel frattempo eseguo del carteggio e colloco il punto nave sulla carta di navigazione. Il mare è quasi calmo e il cielo molto sereno.
Ore 6:22 : Spunta dal GPS la nave russa Mir, diretta avversaria, essendo della nostra solita categoria. Essa si trova a un CPA 10mg e naviga parallela lungo la costa francese della Corsica, nel frattempo noi proseguiamo con solita rotta e velocità. Il comandante pensa che questa rotta sia quella più adatta a permetterci un vento favorevole.
Ore 10:30 : Siamo alla deriva, il vento è calato drasticamente, si attende che ritorni per proseguire con la navigazione, intanto la Mir naviga a 6 nodi verso La Spezia.
Ore 16:00 : Dopo un po' di riposo, inizia il mio turno. In queste quattro ore ho eseguito un po' di carteggio e governato la nave: navighiamo per 35° a una velocità sostenuta di 7.5 nodi, siamo all'inseguimento della Mir che naviga a velocità ridotta 4 nodi.
Ore 20:00 : Fine turno, cena e diretto a dormire per prepararmi al turno successivo

Giorno 4

Ore 04:00 : Inizia il turno, il cielo è sempre sereno e il mare calmo. Mi offro come timoniere per due ore, poiché si doveva eseguire una manovra abbastanza delicata durante questo turno, una virata. Inizio con rotta 40° con velocità molto ridotta, siamo in cerca di vento per proseguire con maggiore velocità. Alla fine giunto a 350°, sembra abbia trovato la rotta giusta, velocità crociera 3.5 nodi. Il comandante sembra felice per la strategia scelta. Per concludere, ho segnato le coordinate delle 07:00 sulla carta e a dritta intravedo la costa italiana (Livorno).
Ore 08:00 : Fine del turno
Ore 12:00 : Pranzo, abbiamo superato sulla dritta l'isola della Gorbona, velocità 4-5 nodi con rotta 355°- 360°.
Ore 13:30 : Superato la linea d'arrivo, siamo alla fonda vicino a Portovenere, durante il pomeriggio nulla da segnalare, alcuni si riposano, altri si fanno un meritato tuffo in acqua. Ore 17:00 : Salpiamo su le ancore e ci dirigiamo a motore verso il porto di La Spezia
Ore 18:00 : Siamo giunti a La Spezia, molta gente in banchina ci acclama e saluta, ormeggiamo a fianco il Mir e l'Amerigo Vespucci.
Ore 21:00 : Cena e libera uscita sino le 02:00

Giorno 5

Ore 08:00 : Sveglia e colazione
Essendo ormeggiati in porto non facciamo molto, durante il giorno siamo liberi di uscire, mentre la sera dobbiamo fare almeno 1 ora di guardia a testa a seconda di quale gruppo tocchi. Quest'oggi sono libero per tutte le 24 ore.

Giorno 6

Ore 08:00 : Sveglia e colazione
Ore 10:00: Ci ordinano di pulire tutta la nave, io vengo assegnato alla pulizia dei ponti ( down deck, up deck). Dopo diverse ore finisco la mia mansione e sono libero di uscire, l'indomani dovrò fare il turno di guardia dalle 06:00 alle 07:00 sul ponte

Giorno 7

Ore 06:00 : Dopo una notte all'insegna del divertimento, inizio il turno di guardia. Le uniche persone che segnalo, sono gli ufficiali di guardia della Mir, per il resto tutto tace.
Ore 07:00 : Fine turno e a letto
Ore 10:00 : Sbarco
Giunti al termine di questa esperienza, posso affermare che questo imbarco è stato fantastico, nonostante non fosse la prima volta, mai mi sono divertito così tanto! Ho conosciuto tante nuove persone e imparato cose nuove, cosa che non guasta mai. Sono molto contento d'aver potuto partecipare alla Tall Ship Regatta, sono esperienze che un ragazzo, se ha le possibilità, non dovrebbe farsi sfuggire. Ringrazio dunque il Sultano dell'Oman, la STI e la mia scuola per avermi scelto come "porta bandiera" dell'istituto. Spero che ci siano altre occasioni per effettuare certe esperienze simili in futuro.

LA SACCA

L'attesa prima di un imbarco è come quando scopri di avere sete, e mentre stai portando la bottiglia alle labbra, la sensazione si amplifica fortissimo, poco prima di venire spenta da una lunga sorsata.
Il mare fa questo effetto. Anche se non lo si può bere.
E ti ritrovi a preparare una sacca con pochi vestiti, complici in questa avventura. Una sacca morbida, incrostata di sale. E pensi a quando la riaprirai, sottocoperta, in un'ambiente dove tutto dondola, dove il rollio, costantemente presente, diventa il tuo nuovo punto fermo. Questo riesce a fare il mare. Plasmare se stesso nella sua forma intangibile, nella sua inconsistenza per dar forma ai tuoi pensieri, che te ne stai li seduto a prua, sottovento, con il genoa bello gonfio mentre un Libeccio frizzante ti porta verso l'orizzonte, lontano, in silenzio.
. Bella cosa l'acqua. Che prende le più svariate forme. Un grande maestro anni fa sosteneva che essere acqua, diventare acqua, è uno degli obiettivi dell'uomo. L'acqua è senza forma, trasparente. Ma. Se la versi in un secchio, l'acqua diventa il secchio; se la versi in un bicchiere, diventa il bicchiere; se la versi in una teiera, beh anche in quel caso, diventa una teiera. E' adattabile. Come lo spirito di chi decide di saltare su una barca. Dove gli spazi sono ridotti al minimo, dove si è in contatto giorno e notte con persone mai viste prima, con le quali si condivide tutto: obiettivi, mari mossi, manovre sbagliate e stellate incredibili. Il detto "siamo sulla stessa barca" rende bene l'idea. Ci si ritrova circondati da un elemento che non ci appartiene per natura, che non riusciamo a dominare, che ci sballotta come noci di cocco tra la corrente. In sfida continua, sempre sull'attenti, sempre pronti, orecchio teso e uno sguardo a quelle nuvole lontane. Eppure, per me che ne sto scrivendo, è la più grande sensazione di libertà che si possa provare. Confinato in 20 metri quadrati mi sono sentito libero, ne ho afferrato il significato, per alcuni istanti, con l'orizzonte che sfila davanti ai tuoi occhi, così poco abituati a tanta profondità, a tanta distanza in ogni direzione. Da un momento all'altro, girandosi su se stessi, ci si aspetta di imbattersi in una qualche geometria che rompa questa linea perfetta, tra il mare e il cielo. E dopo un primo giro, se ne compie un altro, guardandosi intorno, voltandosi di scatto, che magari è proprio lì dietro e non te ne sei accorto.
Poi realizzi di essere in mezzo al nulla, quel nulla carico di tutto. Solo tu, e il tuo orizzonte infinito. In ogni direzione.
E allora si, che ti viene sete, quando sei a terra. E chiudi la sacca con un sorriso, pensando a quando la riaprirai tra le onde, in cerca della cerata per il tuo quarto di guardia, quello che inizia alle 4 del mattino, poco prima dell'alba.

Matteo Pont

Imbarco Nave Palinuro (9 – 15 giugno 2013)

E' stata una delle esperienze più significative che mi siano mai capitate (e non sto esagerando).
Sino al momento dell'imbarco, al molo di La Spezia, avevo sempre immaginato che quello che avrei fatto sarebbe stato un viaggio nel totale rigore della marina militare, con orari di guardia impossibili e regole ferree da rispettare per paura di sanzioni assai pesanti decise dagli ufficiali di bordo.
Mi sono ricreduto nel corso di tutto il viaggio, sino all'arrivo a Messina, tre giorni dopo.
Il giorno del Rendez Vous, ovvero il 9 giugno, i primi incarichi affidatici sono stati quelli di rifocillarci per bene e preparare le brandine per dormire, ed è stato incredibilmente divertente.
La mattina seguente abbiamo levato le ancore e lasciato il porto alle ore 8.30, e in seguito ci sono stati consegnati gli orari di guardia, che consistevano in 4 ore di guardia, 4 di comandata e 4 di libero, tutte alternate.
I giorni seguenti sono stati estremamente piacevoli rispetto ai timori iniziali, infatti i marinai del veliero amavano stare a contatto con noi ragazzi, erano sempre presenti per fornirci aiuto in caso di difficoltà, ci hanno spiegato nel minimo dettaglio ogni ruolo che ci spettava, ovvero timoniere, vedetta,carteggio e servizio di coperta.
Ci sono stati anche dei momenti speciali imprevisti, come la visita del sindaco dell'isola di Palinuro, il saluto al CacciaMine Numana e il passaggio del caccia Tornado ECR.
La cosa che mi ha dato maggiore soddisfazione, però, è stata la possibilità di poter fare delle amicizie forti non solo tra gli allievi della mia età, ma anche tra i marinai della Nave Scuola, che devo ammettere, non hanno il "linguaggio marinaresco colorito" che si è soliti pensare, sulla base di molte dicerie.

Dario Catalani

Esperienza sulla Stella Polare (nave militare italiana)

Grazie al progetto della STA Italia ho avuto l'occasione di partecipare alle Tall Ships ovvero una regata europea, la mia esperienza è iniziata il 29 settembre prendendo il treno per Tolone alle 4.30 del mattino da La Spezia , arrivati a Ventimiglia alle 12,30 abbiamo preso il TGV (treno ad alta velocità francese) che ci portasse fino a Tolone, dove siamo arrivati alle 14.40 circa. Trovata la nave sul quale ci dovevamo imbarcare abbiamo posato i bagagli e abbiamo dato i nostri dati al nostromo, che poi ci ha dato il resto della giornata libero. Rientrati in barca intorno alle 22.30 ci siamo presentati all'equipaggio composto da 13 persone di cui un infermiere, un elettricista e due nostromi, dopo di che siamo andati a letto. La sveglia quella mattina era alle 7.00 perché dovevamo preparare la barca per la regata, la vera e propria regata per noi è iniziata alle 16.30 (poiche eravamo l'ultima classe a partire), dopo aver fatto una sfilata lungo la costa. Il primo giorno di navigazione è stato molto duro perché c'era un vento molto forte e il mare mosso, infatti alcuni di noi si sono sentiti male, in tutto abbiamo fatto un giorno e mezzo di navigazione. Il primo di ottobre abbiamo varcato per primi il traguardo al La Spezia alle 7.40, poi siamo andati ad attraccare nell'arsenale dove abbiamo pulito il ponte e lucidato gli ottoni, finite queste operazioni ci hanno fatto spostare per attraccare al pontile del porto dove abbiamo ripulito il ponte. Il giorno dopo la sveglia era alle 8.00 perchè iniziavano le prime visite sulla barca, finite le visite ci hanno lasciti liberi per tutta la sera. Cosi è andato anche il secondo giorno, mentre il terzo abbiamo rilucidato gli ottoni, e infine durante le visite accompagnavamo le persone a fare il giro della barca. I giorni seguenti fino al 5 di ottobre sono passati molto velocemente siccome avevamo fatto tutto i giorni precedenti ( lucidare gli ottoni, pulire il ponte, pulire sotto coperta, etc).La mia esperienza in tutto è durata 7 giorni, e questi 7 giorni li rifarei altre mille volte.

Di Elettra D'Aquino

THE TALL SHIPS RACES 2013

Caro Sultano dell'Oman,
Sono Dario Catalani, uno dei ragazzi che ha partecipato alla Tall Ship 2013 con tratta di viaggio da Helsinki a Riga.
Scrivo per raccontare la mia esperienza a bordo della nave veliero Alexander von Humboldt II.
Il primo giorno io e il resto dei ragazzi della STA abbiamo seguito una sorta di formazione per utilizzare al meglio tutte le cime e scotte della vela, per esempio, a tirare la prima vela quadra dell'albero di maestra o ad ammainare la randa.
Abbiamo anche imparato a usare l'attrezzatura per salire lungo il sartiame. Il secondo giorno abbiamo assistito alla partenza di tutte le naviveliero, che mi ha letteralmente affascinato, e abbiamo anche fatto la ripartizione dei turni di guardia.
Nei due giorni successivi abbiamo navigato con quasi tutte le vele di trinchetto aperte, nonostante fosse in corso una forte burrasca, comunque siamo riusciti ad arrivare al porto di Velspies.
Al porto di Velspies abbiamo ormeggiato per due giorni, nel corso dei quali abbiamo partecipato alla sfilata di benvenuto ed ai festeggiamenti in un piccolo locale notturno. Ripartiti, abbiamo trascorso un'altra giornata in mare per raggiungere il porto di Riga, dove abbiamo partecipato ad un altro festeggiamento, a mio parere, molto meglio organizzato che a Velspies.
Vorrei fare solo un paio di osservazioni. So che non posso esprimere giudizi in merito ai comportamenti a bordo, ma sono convinto che se l'impegno fosse stato maggiore, sicuramente i risultati ed il piazzamento sarebbero stati migliori.
Grazie per la borsa di studio, per l'opportunità offertami di affrontare una simile esperienza, grazie ancora.

Genova 09.08.2013

Dario Catalani

Pandora

Ormai da una settimana sono a Torino e la mia permanenza su Pandora è finita. Adesso che sono qua riguardando le foto davanti al computer non posso che provare un po' di nostalgia. E' stata un'esperienza stupenda.. positiva sotto ogni aspetto in cui mi sono cimentato come idraulico, meccanico, sommozzatore, sarto, lavapiatti e timoniere.
Vestendo i panni del marinaio ho potuto vedere un po' quello che vuol dire andare per mare: i calli sulle mani, le ustioni del sole, i tagli e le abrasioni lungo ogni arto senza conoscerne la causa e i ritmi devastanti di navigazione che abbiamo affrontato per il trasferimento.
La fatica però, si sa, è sempre ben ripagata e ci sono cose infatti di cui è raro rendersi conto vivendo in città. Il mare in quei giorni non si è risparmiato di suoni, colori e profumi e non ci ha fatto mancare niente, regalandoci un cielo stellato che non ero in grado di immaginare.
Pandora oltretutto ha un terrazzo che permette una vista panoramica a 360° e le cene preparate da Fanja all'aria aperta su quel terrazzo sono cose che non riesco a smettere di raccontare, e non c è foto che renda giustizia.
Ho conosciuto persone fantastiche sia su Pandora sia fuori nei porti, tutte accompagnate da storie incredibili e tutte accomunate dall'aver scelto il mare; e qua che mi ritrovo a lavorare tutto il giorno davanti al computer non posso che provare un po' di invidia.
Ed eccomi qua con la voglia di prendere e salpare ancora e conto sulla STA-i per la prossima estate!
Spero infatti che STA-i abbia la forza e la voglia di continuare e crescere in questa Italia che sembra un po' ferma, tutto sommato il nostro è un paese di santi, poeti e navigatori.
Filippo

Due dei nostri sulla nave "Palinuro"

Nonostante l'anno scolastico sia ormai giunto al termine, almeno per la maggior parte degli studenti, le attività di stage al Fiorillo, a bordo di prestigiose navi a vela, continuano a pieno ritmo grazie alla convenzione stipulata con la Sail Training Association Italia (STA-I) con sede a Genova.
Due studenti della quarta Tecnico del Mare (Micheal Santos e Gheorghita Tanasie) si sono imbarcati, il 9 giugno dal porto della Spezia, sulla famosa nave goletta della Marina Militare Italiana "Palinuro" un tre alberi (trinchetto, maestra e mezzana) più l'albero di bompresso, la cui superficie velica (quadre e di taglio) è di circa 1000 mq (paragonabile al S/Y "Pogoria" ben conosciuto da tanti allievi del Nautico per aver svolto periodi di formazione di una settimana). La "Palinuro è utilizzata sia per attività promozionale e di immagine della M.M. (e quindi l'imbarco per giovani studenti) sia per l'addestramento degli Allievi Sottufficiali provenienti da Mariscuola Taranto.
Con molto piacere ho verificato che i due allievi hanno accettato con entusiasmo la mia proposta di imbarco nonostante entrambi solo quest'anno hanno iniziato a svolgere l'attività formativa con la STA–I ma, negli ultimi tempi, continuavano a domandarmi se vi fosse la possibilità di effettuare nuovi imbarchi dopo quelli svolti a bordo del "Pogoria" e dell'"Amore Mio". Questa è la dimostrazione che, una volta superate le titubanze iniziali comuni a tanti ragazzi, dovute in qualche caso alla barriera linguistiche (come quelle incontrate sulla nave battente bandiera polacca "Pogoria") o della convivenza con persone sconosciute, la voglia di apprendere e di conoscere nuovi posti e mettersi in gioco supera ogni difficoltà. Bravi ragazzi e…che i venti vi siano favorevoli (il motto della nave).
Al termine del periodo di addestramento, il Comando di bordo rilascierà l'attestato di partecipazione che potrà essere utilizzato dai due studenti come credito formativo. Lo sbarco è previsto per il giorno 15 nel porto di Messina.

Renato Rapolla (docente di Discipline Nautiche e referente progetto "Sailor School" in collaborazione con la STA-I)

SUL " POGORIA " 23/02/2013 – 02/03/2013

Quando mi è stato proposto l'imbarco sul "Pogoria" dal mio insegnante Renato Rapolla, mi sono sentito un pò disorientato, era la mia prima volta ed il pensiero di salire su un veliero di quelle dimensioni e per una settimana, mi aveva sconvolto. Mi sono fatto coraggio e sabato 23 febbraio 2013 sono partito assieme al mio compagno di classe Vlad Pavlov per Genova dove era stabilito l'imbarco.
Arrivati al porticciolo ancora non sapevamo cosa ci aspettasse, ma appena abbiamo visto in lontananza la nave, siamo rimasti senza fiato; più ci avvicinavamo e più ci incuriosiva salire a bordo. Nel momento in cui ho messo piede sul Pogoria ero consapevole che quella sarebbe stata la mia casa per i prossimi 7 giorni e la percezione del cambiamento che ci sarebbe stato del mio mondo era notevole.
Il ponte era pieno di ragazzi che come noi si erano appena imbarcati, tutti allegri ma tutti polacchi. E' allora che ci siamo resi conto che saremmo stati gli unici due italiani ! Ci ha accolto il capitano Marek Rzemieniewski assieme agli altri 4 ufficiali ed hanno fatto in modo di farci sentire a nostro agio e che la situazione non ci pesasse troppo.
Subito dopo averci mostrato i letti che ci erano stati assegnati, il suono di una campana ci richiama sul ponte. Ci hanno diviso in gruppi (watch) di circa 6/7 allievi ognuno con il proprio ufficiale e ci hanno spiegato come si sarebbe svolta l'attività a bordo, dall'alzabandiera delle 8.00 alle guardie, ai turni di pulizia e di cucina. A proposito di cucina, non è stato facile adeguarsi ai cibi polacchi, brodini, pietanze piccanti e affettati di sconosciuta origine, non erano mai accompagnati da acqua minerale (che non si usa) ma solo da thè. Le prime ore della domenica mattina sono volate tra esercitazioni di tutti i tipi: utilizzo dell'imbragatura di sicurezza, scalate delle coffa, allarme per incendio a bordo, allarme di abbandono nave, allarme uomo in mare. Tutto questo avveniva sotto una fitta nevicata che stava imbiancando Genova.
Alle 11.00 siamo salpati alla volta della Corsica, soffiava un forte vento, il mare era mosso e un temporale all'orizzonte ci ha fatto capire che sarebbe stato un viaggio non facile. La sorte ha voluto che il mio gruppo fosse di guardia alla navigazione dalle 24.00 alle 4.00 durante la quale abbiamo avuto parecchio da fare visto le condizioni del tempo Dal momento che gli ordini per le manovre erano ovviamente tutti in polacco, tutto cio che dovevamo fare era seguire come un'ombra i nostri compagni e renderci utili facendo la nostra parte. Posso affermare che i nostri primi passi sono stati un pò incerti ma con il passare delle ore agli ordini del nostro ufficiale di bordo andavamo rapidi ai nostri posti e bene o male sapevamo cosa fare.

Finalmente alle ore 16.00 di lunedì, entriamo nel porto di Calvi, ormeggiamo e dopo aver fissato tutte le vele usate ci lasciano tempo libero per visitare il paese. Il giorno seguente siamo partiti per St. Florent che abbiamo raggiunto dopo poche ore di navigazione. Qui ancoriamo il Pogoria vicino alla costa che raggiungiamo con il tender di bordo a 6 alla volta ( naturalmente dopo aver rispettato i turni di gruppo).

Mercoledì verso le 18.00 salpiamo per l'Isola d'Elba. Durante il turno di navigazione al timone ci avvicina un gruppo di delfini ed è stato molto emozionante vederli nuotare liberi a pochi metri dalla nave.

Alle 10.00 del giorno seguente raggiungiamo Portoferraio.
Mentre si approdava nel porticciolo parecchi curiosi si sono soffermati ad ammirare le nostre manovre ma soprattutto l'eleganza del nostro veliero che certamente non passava inosservato. Il quel momento mi sono sentito orgoglioso di stare li sopra, sopra al "Pogoria".
Finalmente tornati nel territorio italiano io ed il mio compagno Vlad ci siamo catapultati in una pizzeria visto che era già ora di pranzo ed alcuni ragazzi dell'equipaggio ci hanno seguito.

Subito nel pomeriggio prendiamo il largo per raggiungere Livorno.
Pensavo che quelle sarebbero state le ultime ore di navigazione e le trovavo molto rilassanti, la nave andava lentamente, silenziosa, il mare sembrava una tavola . Dopo aver alzato alcune vele il mio ufficiale mi ha fatto l'onore di stare al timone da solo ed ero molto contento di condurre un veliero di 50m.

Scendo sotto coperta per riposarmi un pò visto che avrei fatto il turno di guardia alla navigazione dalle 24.00 alle 4.00, ma i soliti festeggiamenti serali nelle cuccette con canzoni accompagnate dalla chitarra, non mi davano tregua. Ormai la nostra entusiasmante esperienza sul Pogoria stava per finire e quasi ci dispiaceva lasciare quei ragazzi polacchi con i quali, durante il viaggio, è nata una sincera amicizia.
Consiglierei a tutti i miei coetanei di chiedere un imbarco sul Pogoria o qualsiasi altra tall-ship, assicurandoli che non mancheranno di assaporare grandi emozioni difficili da descrivere a parole, ma che senza dubbio avranno la possibilità di viverle a bordo in prima persona.
Concludendo dico che non dimenticherò mai questa avventura: il panorama dal pennone dell'albero, le luci nei porti che si allontanano, il rumore del vento tra le cime e tra le vele, le chiacchiere sottovoce in un inglese sgrammaticato e gesticolato.
E come ci diceva ogni mattina il nostro comandante: BUON VENTO !

Andrea Taucci

A BORDO DELL'AMORE MIO

Nei week end 9 e 10 febbraio e 16 e 17 febbraio, nell'ambito del progetto "Sailor School", grazie alla convenzione stipulata dal nostro Istituto con l'associazione STA-I, dieci nostri allievi (cinque per volta), sono stati imbarcati a bordo dell'Amore Mio, una goletta di 11,2 metri battente bandiera italiana, comandata dall'armatore Lino Tirelli. Gli studenti hanno effettuato una navigazione costiera nel golfo di Genova e sono stati impegnati in attività formativa quale : manovra con le vele (randa aurica, fisherman, fiocco ed altre) a varie andature, operazioni di ormeggio e disormeggio, timone e vedetta, conseguendo come giudizio dell'armatore una valutazione mediamente ottimo. Gli alunni partecipanti: Manuel Busletta, Elia Frisan, Cristiano Nardini, Michel Santos, Davide Tognini (tutti della 4^Tecnico del Mare), Mehdi Achbili, Manegli Bici, Matteo Corfini, Mattia Lollo, Davide Pratesi (tutti della 5^tecnico del Mare).

Renato Rapolla – docente di Discipline Nautiche Istituto Nautico "M.Fiorillo" di Marina di Carrara

Livorno - Genova 30 Settembre al 6 ottobre 2012


E’ dall’età di 13 anni che sono abituato a viaggiare da solo, quindi trovarmi ancora una volta senza la mia famiglia non è stato un problema. In realtà a bordo del Vespucci non si è mai soli, perché si entra a far parte di una nuova grande famiglia, dove ognuno è chiamato a svolgere determinate mansioni e ad osservare precise regole nel rispetto dell’operato altrui. Tra noi allievi si è subito instaurato un affiatamento tale che ha dato a tutta la nostra squadra unità, collaborazione e solidarietà. Nel momento in cui ho dovuto svolgere i miei compiti, ho avvertito subito un grande senso di responsabilità: lucidare gli ottoni o lavare il ponte erano mansioni che ho effettuato al meglio delle mie capacità, perché in quel momento ero proprio io che contribuivo a far sì che, una volta in porto, la nave più bella del mondo fosse ammirata come tale e fosse ancora più lucida e pulita del solito! Ho usato manteca e strofinacci per lucidare gli ottoni, soda e frattazzi per lavare il ponte durante la mia prima guardia dalle 24.00 alle 04.00 ed è stata un’esperienza indimenticabile. Non ero stanco, non avevo sonno: occhi aperti e olio di gomito!!! Respiravo quell’aria mista a salsedine e mi sentivo un vero lupo di mare!!! Ma ho letteralmente toccato il settimo cielo quando, durante una guardia dalle 04.00 alle 08.00 ho avuto la possibilità di timonare: in quel momento io ero al comando, io ero il responsabile, ma non solo di me stesso, bensì di tutto l’equipaggio e del Vespucci stesso! Quante cose nuove ho visto e quante ne ho imparate! Dormire sull’amaca (che va montata ogni notte e smontata ogni mattino), mangiare nella gamella come un vero militare, vivere giornalmente in modo sì spartano, ma sicuramente più vero e concreto, sono tutte esperienze che spero di poter ripetere e che conserverò per sempre nel mio cuore. Come per sempre mi ricorderò del pomeriggio durante il quale il Comandante di Vascello Domenico La Faja mi ha fatto fare il punto nave, trovare il punto cospicuo, ed infine tracciare la rotta. Devo dire che avere la possibilità di imparare sul campo, anziché solo sui libri, è tutta un’altra cosa. Poter toccare con mano, sperimentare, provare, magari sbagliare, ma poi, con l’aiuto del Comandante, riuscire a “parlare” con la nave e a comunicarle dove io voglio andare e sentire che si muove e vedere che si dirige dove io le ho detto di andare, avere perciò il controllo della situazione è davvero una grande soddisfazione!!!

Luca PAGANO - Socio Allievo Sta-I

First Sailing Day on BARK EUROPA - 11 Luglio 2012


It was midnight when we woke up and went to the main deck to start our watch. We were divided into small groups to cover the different duties that were needing done. Some of us went to the fore deck to look out in the night for possible dangers to the ship, and luckily no danger arose. The others instead went to the helm to help maintain the right route of the vessel. We followed the route at 280 degree heading West, the one suggested by our captain. The weather was quite good, but a little bit windy, but we didn’t have the chance to use it because our ship was still running on her engines. When we left Saint Malo, we had a total of 160 miles to get to the starting line of our regatta, we should have covered half of that distance up to now. There are a lot of duties to be done whilst on board, such as cleaning rooms, helping in the galley. The kitchen is not too big, but it’s full of equipment to be cleaned, such as a nice dish washer called Hoobie. After four hours we finally finished and had the opportunity to go to sleep until midday. Breakfast was served at 8 a.m. but some of us preferred sleeping over breakfast. Today we’ve had an other similar watch from 12 to 4 p.m. Lunch was served at 1 p.m. and was followed by the captain’s speech: he gave us some explanations about the wind, the followed route and told us that we should be at the starting line tomorrow morning at 8. While some members of blue watch were working the helm, some others climbed the mast and two of blue watch reached the skysail at the top. Several of us were feeling the effects of sea sickness but that hasn’t prevented them from being useful to the team. When watch finished we played a game of hangman to help us learn the names of the different sails.

Alessandro TESI

Breve esperienza a bordo della Goletta Spirit of Chemanius - 25 Giugno 2012


Genova é una città di mare, di sole e di vento, tre parole che coincidono spesso e volentieri con vela. Ed proprio a Genova che il 20 aprile 2012 ho avuto la fortuna di scoprire un bellissimo veliero d'epoca, Spirit of Chamnaius, un brigantino goletta del 1902. In realtà si tratta di una riproduzione costruita nel 1985 che ha un lunghezza di 20m, pescaggio di 3m e una stazza di 40t. Spirit ,pur essendo un veliero, ha un di tipo di motore Gardner di 5 cilindri e 70 cavalli, che viene utilizzato in mancanza di vento e per le manovre in porto. L'imbarcazione ha vari tipi di vele che, procedendo da poppa verso prua sono: la randa aurica e la contro randa sull'albero maestro, la vela di straglio e fisherman tra i due alberi, la trinchetta sull'albero di trinchetto e fiocco e gran fiocco sul bompresso. La strumentazione disponibile a bordo comprende il VHF, che abbiamo utilizzato ogni giorno per conoscere le previsioni meteo sul canale 68 (chi era di turno per preparare la colazione del mattino aveva anche questo compito), il NAVTEX anch'esso utilizzato per le previsioni meteo, il GPS per le coordinate e per la posizioni esatta, la bussola megnitica per la rotta, un indicatore di profondità e in fine lo strumento chiamato “FURUNO” diviso in quattro parti: il SOG indicatore di velocità, COG indicatore di rotta, TIME indicatore di ore e di data, TRIP indicatore di mg percorse e le loro varie antenne. Il primo giorno io ed i miei compagni d’avventura siamo arrivati allo Yacht Club Italiano di Genova e ci siamo presentati all’equipaggio dello Spirit. Saliti in barca, il comandante ci ha spiegato che cosa dovevamo fare e ci ha illustrato il programma di viaggio. Successivamente abbiamo stabilito i turni di lavoro in coperta, in cucina e per la pulizia e infine ci siamo accomodati nelle nostre cuccette. Al pomeriggio siamo saliti a bordo del Pandora, imbarcazione che viaggiava con noi, per fare il punto sulla situazione meteo, che prevedeva condizioni pessime per l’indomani, quando saremmo dovuti salpare per La Spezia. Tornati a bordo dello Spirit, abbiamo effettuato attività di manutenzione del boma maestro, di cui si era rotta la parte terminale, e del sartiame. Io, in particolare, mi sono occupato di slegare le sartie e di spalmare il grasso sulle bigotte per far scorrere meglio le cime. Poi, utilizzando dei paranchi per dividere la forza, ho effettuato la tesature delle sartie a partire dalle portoghesi di poppa. Il giorno successivo, dopo la colazione e la lettura del bollettino meteo, abbiamo ripreso l’attività del giorno precedente, effettuando nuovamente la slegatura delle sartie, l’ingrassatura delle bigotte e la tesatura con il paranco ed inoltre abbiamo sistemato la randa. La sera, a cena, il comandante ci ha informato che il giorno dopo, nel primo pomeriggio, il tempo sarebbe migliorato e che quindi sarebbe stato possibile salpare per La Spezia. L’indomani la giornata è ripresa con i soliti lavori di manutenzione in coperta. Mentre tesavamo, però, l’ultima sartia ci siamo accorti che la crocetta sinistra dell’albero maestro si era spaccata. Dopo aver provveduto a liberarla dal sartiame l’abbiamo portata dal falegname che ce ne ha fatta una nuova, e poi noi l'abbiamo scartavetrata e dipinta. Tornati a bordo, l’abbiamo rimontata ed abbiamo terminato la tesatura. A mezzanotte il lavoro era finito. Al mattino del 3 ° giorno ci siamo alzati alle ore 06.00 e, dopo la colazione e la lettura del bollettino meteo come di consueto, io mi sono occupato dell’ormeggio di prua: ho mollato la cima che era avvolta sulla bitta e l’ho messa a doppino, cioè ho preso la cima che era a bordo e l’ho passata intorno alla bitta della banchina per poi rilegarla a bordo. In questo modo era possibile mollare l’ormeggio da bordo senza che qualcuno intervenisse sulla bitta della banchina. Siamo poi finalmente partiti. Appena usciti dal porto il comandante mi ha chiamato al timone. Nel frattempo lui ha spiegato al resto dell’equipaggio quali vele issare. Durante la navigazione il mare era molto mosso con onde fra i tre e i cinque metri e stare sottocoperta era difficile. In navigazione con la bussola effettuavamo il RiLV per fare il punto nave, ma verificavamo la nostra posizione anche con il GPS. Alle ore 19.30 siamo finalmente entrati nel Golfo di La Spezia ed abbiamo ormeggiato in località Le Grazie. Il 5° giorno è stato di riposo. Abbiamo semplicemente riordinato l’imbarcazione e la sera siamo scesi a terra con il gommone per mangiarci una pizza tutti insieme. Il 6° giorno abbiamo veleggiato nel Golfo ed io mi sono occupato delle vele di prua, fiocco e trinchetta. Dopo un pranzo a Portovenere, nel pomeriggio abbiamo ripreso la navigazione ed abbiamo issato, oltre le solite vele, anche il gran fiocco. Durante la giornata abbiamo sperimentato il cambiamento di mura e le andature di bolina e al traverso e poi siamo rientrati in porto a La Spezia a motore, dopo aver riposto tutte le vele. Io mi sono nuovamente occupato dell’ormeggio a prua. Al termine abbiamo lavato la coperta e riordinato le nostre cuccette. Il giorno dopo siamo sbarcati a La Spezia invece che a Livorno, come da programma, causa condizioni meteo marine avverse.

Achbili EL Mehdi

L'equipaggio Sta-I a bordo della lancia stintinese "Lina" - 17 Maggio 2012


In quella che è senz’altro da considerarsi la più riuscita fra le dodici edizioni delle Voiles Latines, Saint-Tropez ha mantenuto promesse ed aspettative e ha conseguito un grande successo di partecipazione fra le vele latine francesi, catalane, italiane, tunisine: come si conviene a quella che è ormai da anni una grande classica della tradizione marittima mediterranea l’evento tenutosi dal 10 al 13 maggio scorsi, ha celebrato l’incontro di culture e tradizioni di litorali diversi simboleggiate da una flotta di quasi ottanta scafi tradizionali di grande cura, bellezza e fascino, uniti nella "mainstream" dell’antichissima vela latina. Due intense giornate di prove in mare favorite da un clima ideale, la banchina d’onore affollata di antenne come non mai, un villaggio della regata animatissimo grazie ad una folla che col passare delle giornate si è amalgamata sempre più nel nome della “lingua franca” della vela latina, hanno contraddistinto positivamente l’edizione conclusasi domenica scorsa. Grazie alla volontà della Ville de Saint-Tropez, all’impeccabile organizzazione della Capitaneria, ma anche al ritorno della città di Chioggia che ha contribuito ad arricchire l’intenso programma, gli equipaggi hanno trascorso ore indimenticabili fra il porticciolo della Ponche, la città ed il Golfo. Anche la Catalogna non ha mancato all’appuntamento realizzando una nutrita esposizione di prodotti tipici e folclore sotto la sigla "Ports de Caractère". Una qualificata flotta, composta da 11 imbarcazioni provenienti da Sardegna, Campania e Liguria ha ben rappresentato L’Italia con netta prevalenza numerica in categoria regata. In mare anche un equipaggio della Sail Training Association Italia a bordo della lancia stintinese LINA di AVeLa Tradizionale. Al termine delle prove in categoria regata/gozzi (pennello verde) ha prevalso il porto ligure di Varazze con il Barracuda di Roberto Cecconi, seguito da un altro gozzo varazzino, il Beigua e dal gozzo sardo Maschjarana in rappresentanza del Comune di Stintino. Nella categoria Plaisance classe pointu/catalane (pennello nero) la vittoria è andata a Axel II mentre sempre nelle categorie plaisance gialla/bianca, per la quale si sono tenute una sorta di “prove libere” a cronometro con il metodo del vire-vire, hanno ottenuto i migliori tempi Anais, Rayon de Lune e l’italiana Peu. Ottima in mare l’organizzazione a cura della Societè Nautique di Saint-Tropez che ha curato anche la segreteria . Evidente, anche nei discorsi ufficiali di benvenuto e nel corso della cerimonia di premiazione, la soddisfazione del sindaco Jean- Pierre Tuveri (che non ha mancato di ricordare le origini e storia marinaresche della città), del direttore del Porto Jean-Francois Tourret e di Luciano Boscolo Cucco patron della “Dragaggi” sponsor della partecipazione di Chioggia. Numerose le "matricole" dell’evento che, grazie soprattutto alla massiccia partecipazione della flotta locale, di quella italiana, di quella catalana e del porto di Sanary (quest’ultima con ben 25 imbarcazioni), hanno consentito al Circuito Vela Latina di raggiungere il traguardo delle 600 imbarcazioni partecipanti in totale dal momento della sua nascita, avvenuta proprio a Saint-Tropez nel 2001. Un risultato importante non solo sul piano oggettivo ma anche perché tali imbarcazioni sono state tutte fotografate e censite da AVeLa Tradizionale che le ha catalogate in un data base secondo le tipologie, l’armo, le misure ed altre caratteristiche. Un patrimonio prezioso che AVeLa intende valorizzare e rendere fruibile nel quadro di una serie di progetti ed iniziative, in fase di realizzazione, in favore del patrimonio culturale, a cominciare dal nuovo sito www.velalatina.com che sarà presentato agli equipaggi nel corso del fine-settimana in occasione dell'apertura del Circuito delle Sirene: sarà parte integrante del Circuito Vela Latina anche la mostra “Vele latine e libri di mare” che sarà riproposta a fine agosto nel corso della Regata della Vela Latina che festeggerà quest’anno a Stintino il suo trentennale.

Giornalista Circuito Vele Latine

A bordo della Pogoria - 23 Aprile 2012


E fu così che toccammo il Pogoria, un fantastico veliero di cinquanta metri, salendo da una passerella in pochi, emozionanti passi. Ci sentivamo osservati, fuori luogo: insieme rappresentavamo la bandiera italiana nel ben mezzo di un veliero polacco e come se non bastasse anche l'equipaggio, tutti ragazzi della nostra età, era polacco. In qualche modo siamo riusciti a trovare il capo gruppo che ci ha mostrato gli alloggi. Il tempo di sistemare le valige nei nostri angusti alloggi e tentiamo di capire come comunicare con i nostri amici polacchi: impossibile, sembra per lo più un incrocio tra arabo e dialetto rumeno... Fortunatamente il loro inglese maccheronico risolve tutto! Dopo una faticosa giornata, con briefing e accoglienza di turisti nel porto di Sanremo desiderosi di ammirare la nostra splendida nave, ci siamo diretti alle nostre brande, tentando di riposare per caricarci per una settimana di fuoco, ma non appena abbiamo osato posare la testa sul cuscino, l'equipaggio intero si è messo ad urlare e cantare (ovviamente in polacco), provocando un caos tale da non permetterci di dormire! Come inizio non c'è male... Sono le sette del mattino e la giornata non comincia bene: una campana di sproporzionate dimensioni posta a mezzo metro dal nostro letto inizia a suonare, ma più che ad una sveglia assomiglia ad un allarme antiaereo... E' l'ora della colazione che consiste in fette di pane con due dita di burro insieme a cetrioli, cipolla e the caldo. Quando va male si mangia pelle di pesce e si beve rum. A pranzo spesso si mangia brodo caldo e per secondo “macaroni” con carne, la cui provenienza resta un mistero. A cena, per finire, brodo caldo, non molto differente da quello del pranzo, accompagnato certe volte da patate e altre da insalata. Culture culinarie diametralmente opposte alla nostra: ci manca tanto la cucina della mamma... Non manca il the bollente! Elemento acqua sconosciuto! Tornando a noi, finita la colazione abbiamo solo il tempo di cambiarci che subito suona la seconda campana: tutti in coperta per issare la bandiera polacca. E' un momento quotidiano solenne e lo osserviamo rispettosi, emozionandoci ogni volta. Un minuto di silenzio e il comandante dà i primi ordini per i turni e i gruppi. Purtroppo al nostro gruppo, composto da una decina di ragazzi, capita il turno peggiore: quello da mezzanotte alle quattro. E' vero, è dura, per chi di notte è... abituato a dormire, ma ti permette di vivere l'esperienza in modo diverso, osservando le cose da una nuova prospettiva. Il buio che ti circonda mette in evidenza rumori e luci diversi dal giorno e osservi particolari inediti che per non addormentarti scruti con dovizia. Ci addormentiamo presto per poter restare svegli nelle ore di turno. In compenso alla faticosa notte, dormiamo di giorno. I turni alla luce del sole sono scanditi dall'issare ed ammainare le vele, dal salire sul bompresso o sull'albero maestro accompagnati dalla voce dell'equipaggio che dettava le manovre e dal rumore delle vele al vento, purtroppo non molto intenso. Un'emozione indescrivibile quando abbiamo avvistato dei delfini che ci hanno accompagnati per un lungo tratto. Le tappe studiate dal Comandante variavano ogni giorno. Il primo tratto è stato da Sanremo a Nizza: da lì con il treno abbiamo fatto una puntata a Monaco di Montecarlo, a dir poco meravigliosa, con il suo Museo Oceanografico, dell'Automobile, il Palazzo del Principe e il suo centro elegante e lussuoso. Il giorno dopo partenza all'alba verso Calvì, in Corsica, dove abbiamo vissuto una giornata da turisti in completo relax. L'indomani partenza per l'isola d'Elba, dove una giornata meravigliosa ci ha visti sdraiati sul ponte della nave a farci accarezzare dai caldi raggi del primo vero sole dell'anno, cosa che ha a dir poco ustionato i nostri bianchissimi amici polacchi! L'ultimo viaggio è verso Livorno, porto di sbarco. Dobbiamo ringraziare la nostra scuola, i Fratelli della Costa e sopratutto la STA-I per la splendida avventura che ci hanno fatto vivere: da una parte una meravigliosa esperienza, sicuramente da ripetere, ma dall'altra un magone indescrivibile perché è triste lasciare i tuoi compagni con cui hai vissuto giornate indimenticabili e hai condiviso le stesse esperienze. Abbiamo fatto nuove amicizie, tessuto nuovi contatti e migliorato la nostra lingua, abbiamo fatto piccoli sacrifici, ci siamo stancati, ci siamo divertiti ma su tutto abbiamo un'esperienza in più che arricchisce il nostro bagaglio culturale ed arricchito il nostro modo di vedere il mondo. Che è meraviglioso!

Giorgia Busetta & Carlo Pellegrino

Per mare su velieri d’altura gli Allievi del Fiorillo continuano la loro formazione - 21 Aprile 2012


Le attività didattiche volgono al termine, ma non per gli allievi dell’Istituto Tecnico Nautico Fiorillo di Marina di Carrara. Che strano! Loro ne son contenti! Le attività didattiche ordinarie stanno volgendo alla loro conclusione, ma non per gli allievi del Tecnico Nautico Fiorillo di Marina di Carrara. Sono essi stessi, sorretti dalle loro famiglie, che vogliono proseguire. L’Istituto d’altra parte offre l’opportunità di imbarcarsi e fare alternanza Scuola Lavoro: essi da parte loro intendono cogliere tale opportunità come è emerso in occasione del ricevimento generale dei genitori presso la sede Einaudi Fiorillo prima delle feste di Pasqua. Accanto al dirigente scolastico, Fiorella Fambrini e allo staff dei collaboratori al completo davanti agli allievi e ai loro familiari si è presentata per conto della STA di Genova la dott. ssa Federica Barili a ben rappresentare l’opportunità di alternanza scuola lavoro loro offerta su importanti barche a vela. Come noto STAI, Seal Training Association Italiana di Genova, nata sotto l’egida della Marina Militare e dello Yacht club italiano, cura l’introduzione dei giovani degli Istituti Nautici nel mondo vissuto della Marineria: realismo e poesia del mare, vissuto e ideale di velieri veloci, disciplina e spirito di avventura sono stati l’argomento dell’incontro. Dopo il saluto del dirigente scolastico la dott. ssa Barili ha rappresentato anche con suggestivi filmati le finalità di STAI e le opportunità offerte agli allievi del Fiorillo presenti insieme ad un buon numero di genitori. Al termine dell’incontro, evidentemente particolarmente attraente, si sono iscritti per imbarcarsi 20 allievi. Il prof. Renato Rapolla, docente di discipline nautiche nonché “regista” delle iniziative formative con STA, ha preso la parola, descrivendo le buone pratiche dell’Istituto non nuovo a simili esperienze ed ha invitato l’allievo Nicola Franzoni della classe 5^ Tecnico del Mare a parlare dell’esperienza vissuta in prima persona. Nicola, solitamente restio a prendere la parola, ha ricordato con perfetta padronanza il suo “diario di bordo” datato11-18 febbraio 2012 sulla Tall Ship “Pogoria” nel tratto di mare compreso tra Livorno e Genova. Il suo racconto è stato vivacizzato dalla visione di foto significative quanto “attraenti”, commento e testimonianza della sua intensa attività formativa a bordo del veliero scuola polacco. Merita dare ai lettori qualche dettaglio sul Pogoria: un tre alberi di circa 50 metri di lunghezza, 8 metri di larghezza, con un motore diesel ausiliario di potenza 255 KW, armato con vele quadre e latine. L’allievo ha trasmesso all’uditorio la forte emozione provata nell’armare le vele dopo essere salito imbracato sul pennone. Ha descritto nel dettaglio, tra le altre attività, i turni di guardia in sala macchine ed in plancia con l’ utilizzo del timone e della strumentazione nautica, la determinazione del punto nave costiero tramite l’individuazione di punti cospicui: riconoscimento dei fari e utilizzo di documentazione nautica e del cronometro marino), la messa in mare e l’utilizzo del tender. Accanto e oltre all’impegno Nicola ha voluto evidenziare, giustamente, anche che i momenti di svago ed in particolare le escursioni a Portoferraio, a Calvi in Corsica ed a Montecarlo. L’allievo al termine dell’attività ha ricevuto dal Comandante del Pogoria la documentazione attestante le attività svolte con l’eccellente giudizio riportato. Questa certificazione entra nel portfolio delle competenze di valenza europea: un lasciapassare qualificante nel settore lavorativo della nautica da diporto. Il prof. Renato Rapolla, nel ricordare ai presenti che sul “Pogoria” sono attualmente imbarcati gli allievi Lorenzo Grassi della 3^Operatori del Mare ed El Goundali Mourad della 4^Tecnico del Mare con destinazione isola d’Elba e Bonifacio, ha tenuto a sottolineare che nel mese di aprile e maggio sono previsti altri imbarchi per tanti altri studenti dell’Istituto “Fiorillo” a bordo di golette di varie lunghezze: in particolar modo ha segnalato la partecipazione al trofeo dell’Accademia Navale di Livorno nel periodo 20-26 aprile. Gli allievi del Fiorillo proseguiranno anche nel periodo estivo le loro esperienze formative, vivendo la realtà “mare”: nella migliore tradizione della marineria carrarese e di una cultura che dà risorse e lavoro.

Allievi Istituto Nautico Fiorillo - Carrara

LA TALL SHIP POGORIA APERTA AL PUBBLICO - 22 Marzo 2012


Arriverà venerdì 23 marzo la Tall Ship Pogoria, imbarcazione polacca, di cinquanta metri, che per il week end sarà ormeggiata alla banchina di Piazzale Vesco, creando un vero polo di attrazione per tutto il Porto Vecchio di Sanremo. L’arrivo del Pogoria, arricchirà ancora di più la scenografia di Sanremo nel fine settimana, che sarà un trionfo di colori con la manifestazione del “Corso Fiorito”. Per sabato 24 marzo è prevista l’apertura al pubblico della nave, dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00. E’ una bellissima opportunità che la Sta Italia, riserva gratuitamente a tutte le persone che possono essere interessate a partecipare a questa visita esclusiva. Per poter salire a bordo è sufficiente presentarsi in piazzale Vesco negli orari indicati. L’ultimo appuntamento del Pogoria è in programma domenica 25, quando, al termine dell’International Dragon Cup - Paul&Shark Trophy, ospiterà a bordo la premiazione della regata organizzata dallo Yacht Club Sanremo. L’arrivo del Pogoria è Sanremo e la sua apertura al pubblico è frutto di una fattiva collaborazione fra lo Yacht Club Sanremo, la Guardia Costiera di Sanremo, il Comune di Sanremo – Assessorato al Turismo, Portosole CNIS S.p.A. con la Sta Italia. La Sail Training Association-Italia (STA-Italia) è un sodalizio totalmente volontario e senza scopo di lucro fondata nel Luglio 1996 dalla Marina Militare e dallo Yacht Club Italiano quale espressione italiana (a similitudine di quanto è stato da tempo realizzato in altri Paesi) della organizzazione internazionale – Sail Training International, candidata nel 2006 per il premio nobel per la pace - che promuove l'attività collettiva dei grandi velieri (Tall Ships) quale strumento di formazione giovanile e di fratellanza internazionale tra i giovani amanti del mare e della vela. Sono 26 le STA che ci sono nel mondo e da ormai quasi 10 anni, nel periodo compreso tra ottobre e aprile la Nave POGORIA - della Sail Training Association Polonia, consorella della Sta-I – sosta nei porti Liguri imbarcando ogni settimana gruppi di 38 ragazzi/e polacchi e 2 italiani, di età compresa tra i 16 e 26 anni, per veleggiate settimanali lungo la Penisola italiana.

Ufficio Stampa YCS

Imbarco sulla Tall Ship POGORIA 2012 - 24 Febbraio 2012


Sono un ragazzo della 5° superiore del istituto tecnico professionale nautico Michele Fiorillo di Marina di Carrara . Appena la professoressa mi ha proposto di imbarcarmi con la STA -ITALIA ho subito accettato, mi sono messo in contatto con la sede che mi ha spiegato che dovevo andare su una nave della STA POLONIA "la nave Pogoria " dal giorno 11 al giorno 18 febbraio 2012 - imbarco previsto a Livorno. Quando ho visto la Nave sono rimasto colpito dalla sua bellezza e imponenza , salito a bordo ho scoperto che saremmo stati solo 2 italiani e che il resto dell'equipaggio era Polacco e nessuno sapeva l'italiano ,mi sentivo un po spaesato e a disagio ma il comandante e il resto dell'equipaggio mi hanno messo subito a mio agio. Alle ore 15.00 abbiamo fatto una riunione dove siamo stati divisi in 4 gruppi e ci hanno spiegato gli orari dei turni e le nostre mansioni , ci hanno fatto fare la prova abbandono nave e ci hanno spiegato come comportarci in caso di incendio. Il giorno dopo alle 20.00 siamo partiti con rotta porto ferraio ("isola d'elba”)abbiamo fatto tutta la navigazione a vela ed è stato impressionante vedere una nave di quelle dimensioni navigare con solo la sola forza del vento . Siamo rimasti a porto ferraio fino al mattino seguente e dopo l'alza bandiera alle 8,00 abbiamo mollato gli ormeggi e abbiamo fatto rotta per Calvì "Corsica"che abbimo raggiunto in neanche un giorno . Dopo mezza giornata ormeggiati, siamo ripartiti per Montecarlo che abbiamo raggiunto in 14 h di navigazione e li abbiamo effettuato un rifornimento di gasolio , dopo un giorno siamo partiti con rotta su Livorno. I nostri turni comprendevano controllare la navigazione in plancia,manovrare le vele ,pulire la barca e aiutare in cucina. Era difficile capire gli ordini in polacco ma dopo pochi giorni riuscivo a capirli in modo da svolgere il mio lavoro al meglio delle mie capacità . La mansione che preferivo era quando dovevo manovrare le vele armate come una volta , senza vericelli , solo paranchi e forza delle braccia. Una delle esperienze più belle è stata quando mi hanno fatto arrampicare sui pennoni delle vele quadrate per andare a giuncare. Oltre al lavoro manuale sono stato al timone e in plancia a controllare eventuali navi in rotta di collisione e a segnavo le cordinate ed i valori atmosferici sul diario di bordo . È stata un esperienza divertente e allo stesso tempo istruttiva , spero che in futuro mi capiterà l'occasione di rimbarcarmi sulla nave Pogoria anche se la cucina non è delle migliori.

Nicola Franzoni

Grampus - 13 Dicembre 2011


Il giorno 1 luglio 2011 il primo gruppo partecipante all’esperienza “Scuola di marineria” (fra cui io) si è trovato alle 8:30 del mattino al porto di Porto Torres. Il progetto è stato organizzato dalla scuola media n°3 di Sassari (coordinatrici prof.sse Astara e Puligheddu) per gli alunni meritevoli delle classi terze. La scuola di marineria è la STA-ITALIA. Dopo circa mezz’ora di attesa il gruppo era completo e con le insegnanti accompagnatrici Astara e Giovenali siamo arrivati al pontile dove era ormeggiata la barca a vela Grampus. La barca è molto bella, ci hanno detto che vinse tutte le più importanti regate classiche del Mediterraneo e appartenne alla famiglia Rizzoli. Qui abbiamo conosciuto i due membri dell’equipaggio che ci avrebbero accompagnato nei successivi tre giorni: lo skipper Paolo Vianson e il suo collaboratore e cuoco Roberto Avanzino. Dopo aver salutato i nostri genitori, ci siamo imbarcati. Paolo e Roberto ci hanno illustrato la struttura della barca e assegnato le camere. Successivamente Roberto ci ha fatto una lezione sulla nomenclatura della barca. Intanto il meteo dava cattive notizie sulla situazione in mare, il maestrale infuriava. Per questo abbiamo aspettato dopo pranzo per un’eventuale uscita. Intanto abbiamo conosciuto i gruppi per le comandate e chi doveva, ha cominciato ad apparecchiare, chi a dare una mano in cucina. Dopo pranzo il vento non si era ancora calmato, per questo Paolo e Roberto hanno deciso che si sarebbe usciti solo il giorno dopo. Nel pomeriggio siamo allora andati a fare il bagno in una piccola spiaggia di Porto Torres, e successivamente siamo arrivati alla spiaggia di Balai, dove abbiamo fatto un altro bagno e alcuni di noi si sono tuffati da uno scoglio. Dopo essere tornati al porto, abbiamo fatto le docce, e Roberto ha preparato la cena. Chi era di comandata ha lavato i piatti e le pentole, e dopo che tutti ebbero chiamato i propri genitori, abbiamo ingannato il tempo chiacchierando e giocando a carte. Verso le 23 e 30 siamo andati a dormire. La mattina del secondo giorno, 2 luglio, ci siamo alzati verso le 8. Abbiamo fatto colazione e Paolo ci ha spiegato la delicata manovra per uscire dal porto. Due pescherecci bloccavano infatti l’uscita del porto. Dopo qualche discussione, uno dei due pescherecci si è spostato concedendoci di uscire. Una volta usciti dal porto abbiamo issato il fiocco e abbiamo iniziato a navigare verso l’arcipelago dell’Asinara, anche se più debole del giorno precedente il maestrale soffiava comunque forte e faceva filare con una buona velocità il venti metri fra le onde. Dopo circa due ore e mezzo di navigazione siamo arrivati a Cala d’Oliva. Qui abbiamo fatto il bagno e poco dopo abbiamo apparecchiato e preparato il pranzo. Dopo aver mangiato ci siamo riposati e verso le 16 e 30 siamo arrivati a terra per mezzo di un tender. La abbiamo iniziato a camminare per il borgo che un tempo era abitato dai familiari della guardie del famoso carcere di sicurezza dell’Asinara. Nel punto più alto dell’isola è situato il carcere oggi in disuso. Siamo entrati e abbiamo potuto vedere le celle dei detenuti e gli spazi comuni tra cui il cortile dove noi ragazzi e Roberto abbiamo fatto una partita a pallone. Una volata tornati al moletto, abbiamo ripreso il tender per tornare sull’imbarcazione. La ci siamo cambiati e abbiamo deciso di fare il bagno in una piccola piscina naturale che abbiamo raggiunto col tender. Dopo circa mezz’ora siamo tornati alla barca e li abbiamo fatto le docce e preparato la cena, durante e dopo al cena abbiamo chiacchierato con Paolo e Roberto di ciò che li era accaduto durante le loro esperienze in mare. Anche il secondo giorno abbiamo chiamato i nostri genitori per raccontarli la giornata e verso l’ora del giorno prima e siamo andati a dormire. Il 3 luglio è il nostro terzo e ultimo giorno sul Grampus. Ci svegliamo verso le 8 e mezzo a Cala d’Oliva, il giorno sembra buono: il maestrale si è calmato e finalmente sembra il giorno adatto per la navigazione. Perciò si decide di fare rotta verso La Pelosa. Prepariamo la barca e finalmente issiamo le vele. Oggi tutti proviamo tutti a timonare o a cazzare o lascare il fiocco. Navighiamo per un’ora circa, il vento cessa e siamo costretti ad accendere il motore. Dopo un’altra mezz’ora arriviamo a destinazione. Ci fermiamo a largo della spiaggia e dopo aver gettato l’ancora facciamo il bagno. Fatto il bagno e le docce abbiamo pranzato, e dopo aver sparecchiato e lavato i piatti abbiamo finito di preparare le valigie. Poi siamo saliti sul ponte e ci siamo goduti il viaggio di ritorno verso il porto. Verso le 17 siamo arrivati al porto e abbiamo iniziato le manovre d’attracco. Alle 17:30 sono arrivati i nostri genitori, dopo esserci salutati ognuno è tornato a casa propria dopo aver vissuto un esperienza indimenticabile. Come ogni anno è stato bello partecipare al progetto di vela organizzato dalla nostra scuola. Nei due anni precedenti, avevamo fatto scuola di vela su deriva nella base Orza di Porto Pollo, ma quest’anno il progetto univa gli aspetti dell’apprendimento alla vita sulla barca. Anche se non siamo potuti uscire il primo giorno e navigare granché il secondo, è stato bello vivere sulla barca. Qui tutto è organizzato in maniera razionale a cominciare dai pasti fino all’uso dell’acqua e dell’energia elettrica. Oltre a questo, l’aspetto più bello è stata proprio la navigazione a vela nella quale secondo me si capisce la bellezza del mare e della natura in cui si è pienamente immersi. E si capisce come l’uomo possa sfruttare le forze della natura, come il vento, a proprio vantaggio, ma non esserne padrone.

Francesco Bilotta - Scuola P.Tola 2010/2011

Genova-La Spezia - 11 Ottobre 2011


Paolo Perino, sesto classificato ai Mondiali Assoluti di Bled nel quattro di coppia, sale a bordo dell’”Amerigo Vespucci” direzione La Spezia. Per l’azzurro della Sportiva Murcarolo, una giornata di festa, quella di ieri alla vigilia della ricorrenza dei 519 anni dalla scoperta dell’America, grazie all’ospitalità della Sail Training Association-Italia (STA-I), associazione senza scopo di lucro fondata nel luglio 1996 dalla Marina Militare Italiana e dallo Yacht Club Italiano, quale espressione italiana dell’organizzazione internazionale che promuove l'attività collettiva dei grandi velieri (Tall Ships). Insieme a lui, si sono imbarcati anche il presidente FIC Liguria Claudio Loreto, il vicepresidente YCI e Presidente Sta-I Matteo Bruzzo ed il vicepresidente FIC Liguria Rodolfo Serra. Giornata unica ed indimenticabile : grazie Sta-Italia!!!!

Claudio LORETO (Presdiente Fic Liguria)

02-10 Settembre 2011 - 15 Settembre 2011
Che dire..... tutto benissimo...nonostante le condizioni meteo avverse (pioggia e 40 nodi di vento più o meno costanti...) ci siamo molto divertite su MILES TO GO che è un ottima barca e ci siamo trovate veramente in sintonia con tutto l'equipaggio; il giudizio non può essere che positivo... Il cambio di programma ci può stare,abbiamo comunque visitato posti nuovi e interessanti..io e Carlotta siamo davvero soddisfatte! A presto!!!

Camilla & Carlotta Morelli

18-28 Agosto 2011 - 8 Settembre 2011
Sometimes people say: 'it's just sailing, isn't it?' They really wanna understand the reason why of that light in my eyes. they feel that there's something more. it's not just sailing. And also sailing...it's not so easy. And it's not so bad. The first time that I was on board of a boat it was a vessel; it was because someone that I really loved was just passed by and I couldn't breath. A night of May, during my first watch on the vessel of Italian Navy, Palinuro, something in me (I don't know if it was my heart or my soul) found his place to stay - a home to me - and that's the reason I couldn't stop to do it: sailing. and this is the reason why some weeks ago, my best friend Francesca was sleeping close to me on a minivan from Riga to Klaipeda. Looking to her sleeping face during the sunset, I remembered one moment in which we were aloft on different musts on US Brig Niagara, where we met, in 2008. Now she's a sister to me. The time that has passed by (of course also sailing - that it's like to show your private wish to someone) it's a proof that it will be in this way forever. Helena, a beautiful schooner of Sailing Training Association Finland, was waiting for us while we were lost into a bus station in Lithuania. When we arrived to the river, Helena found us: Lauri, a crew member, said us: 'Are you the Italians?' With me and Francesca (she's from Genoa, I'm from Benevento but I live in Milan) there were, in fact, Daniele, 16th years old boy (that I lovely use to called 'greenhorn' and that I forced to wake up every time screaming 'DANYYYY!') from Savona and the Fantozzi bro, Daniele and Delia, from Rome. Pekka and Venla, two expert trainees from Finland too, were with the Captain Timo (you have to watch into his eyes to say what's a real sailor) checking that everything was ok for us, while they were waiting for the new crew to have the regatta from Klaipeda to Turku. The other trainees had to arrive mostly from Turku at the evening, so the first day, the Italians were alone to 'fight' into the sport competition on the island of Smiltyne for the Helena. I told to the others that it should be better to play soccer but they decided to play volleyball...and we lose...but now, remembering the Russians from MIR, it seems normal: they were huge. The problem is that we lose also with some very short guys from Poland...Anyway, we had fun and it was an opportunity to begin to be a part of a group. To arrive to the place of the sport challenge, we had to take a ferry and to walk into a wood with all the guys from the other ships and boats in competition, from every country of the world. We arrived into a white beach; it was a little bit cloudy and the sea was black. The sand had a strange sound that surprised us: walking into, we listened a different noise and we began to do it again and again. Life is a surprise also into the small things. The same faces, colours and voices that were on the island filled the city of Klaipeda during the parade in the afternoon. It was really cool: I had a ring for bycicle and there were some guys from Poland that weren't so able to use a trumpet. We laught and scream a lot ready for the crew party. When it began to rain, we were going to the party: I was running with the others but when we arrived to the bridge, the passage for pedestrians was closed and I remained alone into the crowd that was in panic. I tried to keep me out of the rain - with a jacket that saved also some american sailors when me and Francesca were in Usa - but it was too much and, when also my underwear was wet, I looked to the sky, I surrendered and in that moment I felt that I was alive. When the bridge was open, Pekka and Francesca found me and we began to run to the party jumping into all the puddles. It was amazing. We entered into the ballroom and I felt like a hero, a sort of gladiator. The crew party was incredible with dancers and a rock band. I danced all night long with a lot of different people like there was no language and culture edges. The next day, Helena crew was ready for the regatta. It's not easy to write about the sailing time: the crew is divided in different watches and you lose your feeling about time and days. You stay, with the wind and the sea, trying to be the best. The first days it wasn't so easy because of the high waves: after a water battle against another crew on the start line (Samu is a fireman so we fought with a fire engine), it was like to be in a laundry machine and Daniele had a virus that dejected him. I took some pills against the nauseam and they made me sleep for all the time that my watch hadn't to work. My sleeping place was close to Dani's (the little one) and the time that we spent laughing before to have rest is one of my best memories. Day after day, a crew became a family: you share everything, hard times and good times (when Francesca arrived to me watching a sail and said: - now I remember the reason why we are here), meals, cooking watches, the necessary struggle to sail, seasick, the time in which you look to the stars and you drawn a line with the keel, the moment in which you discover a bird or an island or that you're the first one. You are going to win. When we arrived to Turku, we were the first in our class. I had have my first swim into the Baltic sea (there was no so much wind and we could do it also if we were in the racing time), I had seen the sunset from a hole into a cloud while I was listening Bach and it was perfect, I had accept chocolate from Riita, a lady that gave it to me and the others italian like she was a dealer, I had try to exclude Toni from every cards competition - because he's too smart and it's to easy to him -, I had visit Uto thinking about the sense of the centre of the universe (everyone is the centre of the universe and the others aren't better or worst, they're only different) and having the sauna while the day was saying 'see you tomorrow' to us. These are the moments that I wanna remember of my time on Helena, when I was a winner and I could say ciao to The President of Finland and hug people (especially, Sanna and Joanni) knowing that they have a part of my life in their hearts. They called me 'sunshine' and I know that I seem a sunshine just because I loved and I love all the time spent sailing. I have to thanks for this kind of experiences. so thank you Sailing Training Association. Thanks to the Captain Timo Tammaila (before the regatta, he talked about sailing and he touched me because I recognize his love), to the President of Sailing Training Association Finland, Stefan Abrahamsson (when we arrived to Turku harbour, he was moving our t-shirt as a flag to celebrate our victory), to the Admiral Gianluca Assettati (he's the Italian that give us the opportunity to sail everywhere) and to my crew, Helena, that made this a real thing. I hope that this story, my story, could prompt another 'sunshine' to be part of the next crew. Everywhere in the world there's a place for you on a sail. So see you to the next harbour.

Sara Tufo

Settimana 22 luglio- 7 agosto 2011 - 31 Agosto 2011


Ogni estate mi confronto con questo dilemma: trovarmi un lavoro estivo o fare delle esperienze formative di altro tipo. Dopo il mio imbarco su Wylde Swan la mia convinzione è che è importante fare anche esperienze non accademiche o lavorative e fondamentale per diventare l'individuo che aspiro ad essere.Questa estate ho anche fatto un'esperienza universitaria di cinque settimane a Buenos Aires, ma devo ammettere che ho saltato di gioia solo quando ho saputo di essere stata accettata da STA per il Special European Union International Exchange sullo schooner Wylde Swan. E' stata una delle esperienze piu' memorabili della mia vita. Alla fine dell'esperienza ero cosi estatica che ho dovuto ricordare a me stessa anche quante difficoltà ho dovuto superare durante l'imbarco. La vita a bordo mi ha certamente messo alla prova, ma la condivisione delle fatiche con un gruppo di giovani provenienti da tutta Europa ha lasciato nella mia memoria solo il divertimento e le amicizie. La vita in mare e' qualcosa che uno non può mai provare o immaginare stando coi piedi per terra.. navigare ti insegna anche a sognare sotto un cielo interamente stellato e guardando un orizzonte che ti invita a immaginare quale terra mai vista si nasconda dietro. L'essere in questa atmosfera, lontani dai problemi, dalla nostra routine, da tutti e da tutto ciò che ci è familiare.. tutto ciò crea un'atmosfera neutrale come una tela bianca come le vele issate, che aspetta solo di esser disegnata da nuovi ricordi. E si crea un'armonia tra l'equipaggio che si trasportava anche nei porti dove sbarcavamo, tra la gente del posto e gli altri equipaggi. I velieri, navi cosi poetiche, davano al tutto un sapore antico. Alla partenza della regatta, circondati da numerosi velieri, per un momento ho fatto un salto indietro nel tempo e ho trattenuto con me la sensazione di vedere con gli occhi di un navigatore del 1800. Grazie per avermi permesso di vivere e condividere questo sogno.

Laura Gosmino

Settimana 22 luglio- 7 agosto 2011
24 Agosto 2011
Vincenzo D'Ambra manda carissimi saluti e ringraziamenti per la bellissima esperienza vissuta nel Wylde Swan, la quale è servita al sottoscritto ad apprendere nuove nozioni riguardanti la vela d'altura, migliorare il mio inglese ed anche per incontrare nuove persone e scambiare le diverse culture. Ringrazio l'organizzazione (STI e STA-I) sempre aggiornata e puntuale con la quale anche i miei parenti sono riusciti a seguirmi passo per passo, spero di ripetere quest'esperienza nel corso dei miei anni.

Vincenzo D'Ambra

Settimana 8-16 agosto 2011
24 Agosto 2011
È stata veramente una bella esperienza, molto formativa! Pandora è veramente una splendida imbarcazione e sia Luca che Marco sono stati eccezionali : sempre disponibili e pronti ad ascoltarci ed aiutarci! "vitto e alloggio" erano impeccabili sotto ogni punto di vista! con gli altri ragazzi/e mi sono trovato molto bene: abbiamo legato sin da subito e abbiamo formato un bel team!! Che dire: l'esperienza di mare non può essere descritta a parole perché non renderebbe mai l'idea..va vissuta per capirla!

Giorgio Rodriguez

Settimana 8- 16 agosto 2011
23 Agosto 2011
L'esperienza a bordo è stata fantastica e non trovo parole per descrivere quanto ho vissuto! Voglio ringraziare di cuore te e tutta la STAI per avermi dato la possibilità di trascorrere una settimana indimenticabile su Pandora, è stata davvero meravigliosa. Nonostante il primo shock dovuto alle infinite cime per fare tutte le manovre, si è creata fin da subito intesa nell'equipaggio che è andata crescendo di giorno, in giorno. Sono entusiasta per tutto ciò che ho imparato, Marco e Luca sono davvero eccellenti in quello che fanno (senza contare che, ciliegina sulla torta, Marco ogni giorni ci deliziava con i suoi piatti semplici, ma gustosissimi).

Stefania Losapio

Settimana 24 Giugno - 1 Luglio 2011
4 Luglio 2011
Eccomi che dire... 6 giorni in cui si è aperto un piccolo mondo, una squadra che non si è scelta ma che ha avuto la grande fortuna di incontrarsi. Collaborando e condividendo insieme ogni momento sulla barca si è creata una speciale sintonia che non solo ha portato a conoscerci sempre di più gli uni con gli altri ma anche anche a stringere una sincera amicizia. In questo contesto, inutile dire, che i giorni passano fin troppo velocemente, tra battute scherzi e risate sonore! Questa per me è stata la mia prima esperienza ci tenevo molto ringraziare Luca, "il nostro capitano"; grazie a lui ho imparato molte cose sulla vela e sul comportamento che un buon marinaio deve adottare a bordo. Mi sento di aggiungere: regole sicuramente utili anche a terra. Sicuramente ci saranno altre esperienze di questo tipo e mi auguro di incontrare di nuovo i miei compagni, anche loro voglio ringraziare di cuore ancora una volta per aver contribuito ciascuno a rendere speciale questa avventura. Non sono una grande fotografa; tuttavia una cosa a bordo ha colpito la mia attenzione e una foto, in verità l'ho scattata. Questa foto vuole essere una dedica a tutti i miei compagni di bordo. con affetto Sarafanna

Tiziana Carri

Settimana 23-29 Aprile 2011
9 Maggio 2011
È iniziata come avventura, su una delle gemme del mare: “l’Indomabile Pensiero”, che solcava il mare Ligure da Genova facendo rotta fino a Sanremo, veleggiando sotto costa. Il mare presenta e riesce a far conoscere nuove persone care ai miei occhi. E cosi oltre a cavalcare il vento in compagnia di splendide persone, ringrazio il nostro skipper Maurizio, che ci ha presentato il mare, splendido e lucente, per questo lo saluto con la speranza di rivederci presto.

Marco Prosdocimo

Addio Milano, ora Capitan De Amici vive di mare e tabacco - 15 Gennaio 2011


Dieci anni fa decise di investire tutti i suoi averi per recuperare un relitto. «C’è un solo modo per prendere le decisioni definitive: investire tutto, ma veramente tutto, in qualcosa. Così non potrai più guardarti indietro». Questo pensò Marco De Amici quando, più di dieci anni fa, decise di investire tutti i suoi averi in un relitto. Sì, perché era un relitto quella barca, una goletta russa che si portava dietro una storia sciagurata di miliardari spariti nel nulla e belle amanti in fuga. Era inabissata nel porto di Genova: tre giorni in acqua, sembrava irrecuperabile. Non per lui però, uno che da tempo si è lasciato alle spalle Milano, una famiglia benestante di origine e che da anni vive in barca nei posti più impensabili del mondo. «Bastano pochi giorni sul fondo del mare a compromettere una barca – racconta, seduto nella cabina del suo veliero, nei cantieri di Voltri, Genova – ma io decisi che ne avrei fatto la mia casa». Così spese fino all’ultimo centesimo in quell’impresa che sapeva di assurdo, coinvolse dei ragazzi all’epoca studenti con la passione per il mare e, lentamente, il veliero Pandora tornò a vivere. Con il suo scafo verde acqua, la sua enigmatica polena, il suo albero che se lo guardi da sotto sembra voler sfidare il cielo. Adesso è la casa di Marco De Amici, che vive di poco: tabacco forte, the affumicato e l’aria da «salty dog». Lupo di mare, come dicono gli inglesi, anche se nella sua vita precedente c’è Milano, ci sono i collegi, c’è una famiglia di industriali. Non ne parla volentieri (a fine anni Settanta ha pagato per certe simpatie politiche destrorse nelle indagini legate ai fatti di piazza della Loggia, un periodo ormai cancellato), da tempo ha lasciato tutto per vivere di mare e di patrie improvvisate. «Ho vissuto nelle acque di Grado, poi mi sono spostato ai Caraibi – racconta – poi Rodi e san Vito lo Capo. Gente diversa, barche diverse. E oggi, a cinquantasei anni, sono fermamente convinto che per essere liberi si debba vivere dell’indispensabile». Aveva in mente da sempre questo veliero di diciotto metri circa, un esemplare quasi unico: è la riproduzione fedelissima di una goletta gabbiola russa del Settecento. «Quelle imbarcazioni postali, per capirci – spiega – che con cui le flotte nel Baltico comunicavano tra loro». Dalle vele allo scafo, tutto è stato eseguito seguendo alla lettera i disegni dell’Architettura Navalis Mercatoria, conservati nell’archivio di san Pietroburgo. È di fabbricazione russa, fatta in Carelia quindici anni fa, e l’ultimo proprietario è sparito a largo di Genova, lasciando il veliero in balia delle onde e la sua amante condannata a una latitanza misteriosa. La barca si chiamava Anna, come la sventurata Karenina e come la bella dama in fuga, ma De Amici l’ha ribattezzata Pandora. «Perché – spiega – nel rimetterla a posto, ogni giorno scoprivamo qualcosa, come nel vaso mitologico. Raschi vernice e scopri una tinta esotica, rompi un’asse e impari una struttura inedita. Queste barche erano piccole, veloci, dal piglio necessario per i loro delicati incarichi militari». Bella e altera, ha sedotto anche Paolo Virzì, che qui ha girato alcune scene del suo «N. Io e Napoleone» e ha ospitato il set di «Elisa di Rivombrosa». Piccola, ma agguerrita, Pandora ha vinto ben due Tall Ships Races (regata di velieri), nel 2007 e l’anno scorso. Non solo. De Amici ha messo in piedi un originale progetto di nave scuola e ogni anno porta in barca (gratis, grazie all’associazione Stai, Sail Training Association, rintracciabile su www.stai-italia.it) studenti da tutta Italia e insegna loro a diventare autentici marinai. «Poche storie – taglia corto, simpaticamente burbero – in barca con noi si lavora. Drizzano, cazzano, imparano l’arte dei nodi. Trascorrono del tempo insieme. E questo grazie a strutture grandi e importanti che hanno creduto in noi. In primis lo Yacht Club Italiano, ma anche International Yacht Paint e Marina Yachting. Non è facile mantenere un veliero – conclude – specie se, come me e il mio secondo, Luca Buffo, viviamo di mare e tabacco».
Roberta Scorranese - Corriere della Sera

A bordo della Nave Lehmkuhl - 30 Agosto 2010


Euna giornata di sole qui ad Aalborg (Danimarca) ma il “solsocker” ovvero “zucchero di sole” non addolcisce, purtroppo, la partenza. I ricordi ora si agitano per accaparrarsi un posto nella memoria e lì, come diceva Melville, rimanerci per sempre: “le cose che giacciono più profonde nel cuore non riescono a diventare epitaffio e scrittura”. Così, mentre aspetto il mio aereo butto giù sulla carta queste righe, vive e pulsanti delle emozioni da poco lasciate in porto. Era un giorno di repentini cambiamenti del tempo ad Antwerpen (Belgio), pioggia, sole e nuvole si rincorrevano veloci. Aveva così inizio l’avventura delle TALL SHIPS RACES 2010 a bordo del brigantino a palo norvegese Statsraad Lehmkuhl. Per prima cosa devo dire che il norvegese è una lingua davvero incomprensibile! Questo ha fatto sì che la familiarizzazione con la nave e l’equipaggio durassero alcuni giorni… anche se non ancora ben addestrati ai compiti di bordo tra un “saa smaat” ed un “kom op”, poiché gli ordini di manovra erano rigorosamente dati in lingua di bandiera, la sera del 14 eravamo pronti, vele spiegate e pennoni bracciati, a tagliare la linea di partenza della regata. Fu così che il vento cominciò a rafforzare e l’abbrivio della nave iniziò a divenire una rotta; questo accadde così in fretta che in men che non si dica, complice anche la corrente… oltrepassammo la linea con 13 secondi di anticipo! Mannaggia, questo inconveniente ci costò una penalità: 3 ore di delay time all’arrivo oppure l’esecuzione di un giro di 360° entro le 24 ore successive. Ma prima della decisione del Commandante, venne la tempesta. Lampi, tuoni e fulmini ed un rollio che faceva oscillare lo scafo con sbandate pazzesche! Fantastico dormire nelle amache e sentirsi al luna park! L’unico problema era il cercare di mangiare senza che il piatto se ne andasse… o che se ne andasse il suo contenuto! Ma il tempo, interminabile in quelle condizioni, infine trascorse, la tempesta cessò e l’assetto della nave tornò stabile; fu allora che il Comandante ci avvisò che aveva deciso di eseguire la fantastica “pirouette”, il giro di 360° da scontare come penalità. Ormai mi sentivo parte dell’equipaggio, evvai! Quante risate ci siamo fatte cercando d’interpretare i comandi in norvegese, Valeria, un’altra ragazza italiana imbarcata, ed io….Comunque la manovra non fu facile per niente, anzi, fu difficilissima, col vento che soffiava tanto violento da mandare all’aria il nostro tentativo: niente giro, quindi 3 ore di penalità. Però potevamo ancora farcela: sbandati con un andatura di bolina, veleggiavamo come un proiettile toccando i 16 nodi, restando stabili per buona parte del tempo sopra i 15 nodi…che emozione vedere lo spumeggiare delle onde correre in quel modo! E fu così che tagliammo il traguardo per primi, peccato che il mancato e ormai maledetto “turn” ci causò 3 ore di penalità, segregandoci in seconda posizione. Tuttavia non fu triste perché tutti noi, su quella nave, ci sentivamo vincitori, i veri vincitori delle Tall Ships Races 2010! Ed allora si cantò con il Comandante, forse uno dei momenti più commoventi di tutto il viaggio, perché eravamo tutti uniti in quelle parole… Purtroppo ora è giunto il momento di salire sul mio aereo e salutare con le stesse parole questa indimenticabile avventura… Leave her Johnny leave her Leave her Johnny leave her For the voyage is done And the winds don’t blow And it’s time for us to leave her… alla prossima!

Stefania Ern

A Bordo della Nave "ORSA MAGGIORE" - 27 Maggio 2010


Dall’11 al 16 aprile 2010, in occasione del 150° anniversario della Spedizione dei Mille, si è voluto commemorare questa storica impresa grazie alla Garibaldi Tall Ships Regatta. L’evento è stato organizzato dalla Sail Training International (STI) in collaborazione con la Sail training Association – Italia (STA-I) e vedeva come protagoniste le spettacolari Tall Ships (“le navi dagli alti alberi”) delle scuole di marineria provenienti da tutto il mondo. I loro equipaggi, costituiti prevalentemente da giovani tra i sedici e i venticinque anni, hanno ripercorso idealmente la rotta. A causa delle particolari condizioni dei fondali è stata pianificata la partenza dal porto di Genova e l’arrivo nel porto di Trapani, ma - nel rispetto delle località storicamente coinvolte - le navi sono transitate davanti ai porti di Quarto e Marsala. L’attività marittima ha ottenuto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, il patrocinio del Ministero dei Beni e Attività Culturali e del Ministero delle Politiche Giovanili e Attività Sportive e il supporto delle autorità delle città interessate. I grandi velieri, ormeggiati nei porti di Genova (8-11 aprile) e Trapani (16-19 aprile), hanno coinvolto la città di partenza e di arrivo con eventi e attività collaterali, offrendo al pubblico l’occasione unica di entrare in contatto con la vita di bordo. Manuel Pollio e Maurizio Cavelli hanno vissuto questa esperienza indimenticabile a bordo dell’Orsa maggiore della Marina Militare: «Fin dal primo momento in cui ci siamo imbarcati, ci siamo sentiti come in una grande famiglia. Vivere sul mare è qualcosa d’indescrivibile, di unico, tutto ha un altro sapore e il ritorno alla terra ferma lo vivi con un po’ di malinconia. Ogni imbarco differisce sempre dal precedente, ogni volta si prova un’emozione nuova e quando si sbarca un pezzo di te rimane a bordo, rimane in mare, in attesa del tuo ritorno. La vita a bordo non è né delle più semplici, né delle più comode, ma è sicuramente la migliore. Chi è stato a bordo sa perfettamente cosa significa avere dieci minuti liberi per poter riposare. A bordo non ci sono orari, non c’e giorno e notte, c’è sempre qualcosa da fare, il tempo non si spreca, non si trascorre come si fa nella normale vita, lì il tempo si vive al100%. Riteniamo doveroso ringraziare il Preside dell’Istituto Nautico S.Giorgio di Genova, Prof. Iozzi, il Prof. Adduci, la Sta Italia di Genova, che hanno reso possibile la nostra partecipazione a questa magnifica avventura. Un grazie di cuore anche a tutto l’equipaggio ed al Comandante dell’Orsa Maggiore. Se la vostra passione è il mare vi consigliamo di iscrivervi alla STA-Italia, non ve ne pentirete»!
Manuel Pollio & Maurizio Cavelli

SALPA LA GRANDE REGATA DEI VELIERI - 29 Aprile 2010


BENTORNATI A GEOVA!!! OGGI è UNA GIORNATA INDIMENTICABILE! GRAZIE ALLA MARINERIA DELLA SUPERBA E A TUTTI GLI ORGANIZZATORI DEL PORTO ANTICO! SALPA LA GRANDE REGATA DEI VELIERI E TUTTA LA CITTà è IN FESTA PER QUESTO GRANDE EVENTO! TUTTO IL MONDO VI GUARDA, GRANDI VELIERI, DOMINATORI DEI MARI... E LA GENOVA BELLA, SUPERBA E GRANDE MARINARA VI SPRONA E VI FA SALPARE! SORRIDE DI GIOIA LA SPONDA E VI BACERà L'ONDA... COL VENTO IN POPPA A GONFIE VELE ANDATE! SALPATE...GRANDI VELIERI! PUNTATE VERSO L'ORIZZONTE LA VOSTRA PRORA! SU ANDATE!!!QUESTA è GIà L'ORA! CHE VI ACCOMPAGNI UNA BUONA STELLA E UNA BUONA SORTE! PORTATE SUI MARI IL FIOR DEL NAVIGARE E L'ITALIA E IL MONDO INTERO, NON VI POTRANNO MAI PIù DIMENTICARE!!

Giovanni Morando

A bordo della Nave ASTRID - 22 Aprile 2010


GARIBALDI TALL SHIPS REGATTA 2010 Quando mio padre mi ha comunicato la notizia non stavo più nella pelle: io, cresciuta nel mito dei pirati della Malesia prima e dei più prosaici caraibici di Johnny Deep dopo, avrei emulato le loro gesta, ovvero navigare su un veliero dagli alti alberi, su una Tall Ship! L'adrenalina che ha accompagnato i giorni precedenti l'imbarco è a dir poco indescrivibile e il fatidico giorno l'avvicinarmi sempre più alla passerella dell'Astrid mi ha fatto tremare talmente tanto da passare le prime ore in modo traumatico per il mal di mare. Ma mi son detta: “Lucia, stai dicendo sul serio? Svegliati! ”. E come guidata da una forza sovrannaturale ho vinto la mia battaglia: mi sentivo padrona dei mari. Ma non ero in crociera premio... La vita di bordo è dura, credetemi: i turni, durante i quali mi sentivo responsabile di questa maestosa creatura ormai facente parte del mare come sua preziosa figlia non erano cosa da poco; turni quasi massacranti, soprattutto la notte da mezzanotte alle quattro; ma le quattro successive, fino alle otto, quando aspettavi il sorgere del sole dal lontano orizzonte, col rumore delle vele tese dal vento, ti riempivano di una forza tale da superare ogni fatica, incantandoti. E ancora lucidare gli ottoni, pelare le patate, ordinare le cime di canapa appesantite dalla salsedine, tirare su le sartie, salire sugli alberi, vele su, vele giù, aggrapparsi al bompresso tentando di accarezzare i delfini che con le onde ti accompagnano sorridendo e mostrandosi alti sul mare, ascoltare il silenzio guardando questo fantastico intreccio di corde, cime, vele piene di vento. Tutto un'apparizione emozionante e suggestiva. Ci incantavamo a scrutare il magnifico comandante, Pieter de Kam, vecchio lupo di mare, che con assoluta competenza, esperienza, destrezza e previdenza ci ha portati a superare ad uno ad uno gli altri velieri, compagni maestosi di viaggio, quali Oosterschelde, Kaliakra, Far Barcellona, fino a portarci vittoriosi alla meta. Si, abbiamo vinto, meritatamente, perché abbiamo lavorato sodo, tutti, con i preziosi, rari, cari e indimenticabili comandi del nostro team. Giunti in Sicilia, l'emozione di entrare vittoriosi in porto, accolti da una festa indescrivibile mi ha cancellato una settimana di fatiche, ma dopo aver smaltito la sbornia di festa con parate goliardiche, premi, fuochi d'artificio, mi sono concessa il meritato riposo, appisolandomi sul ponte, fra lo sciabordio delle onde, accarezzata da una brezza deliziosa e baciata dal mio sole siciliano.

Lucia Pellegrino - Allieva Sta-I

A bordo della Nave dei "Pirati" Pandora - 11 Gennaio 2010


Dal 4 al 13 settembre 2009 siamo stati imbarcati sulla goletta Pandora nel tragitto La Spezia - Elba - Genova. Arrivammo a La Spezia in una bella giornata di sole, con l'aria tersa e una bellissima vista sull'intero golfo e pensammo che fosse un posto ideale da cui partire. Riconoscemmo il Pandora dalla polena, come indicatoci dalle foto dell'equipaggio viste su internet, equipaggio che fin da subito si dimostrò molto ospitale, molto paziente (Luca), molto boscaiolo (Nico). Il pomeriggio cominciammo a prendere confidenza con il gergo marinaresco, le posizioni delle cime, cazza questo e lasca quello. Sembrava piuttosto semplice all'inizio. Il giorno dopo prendemmo il mare: non appena ci avvicinammo al mare aperto le onde iniziarono ad alzarsi di almeno un "berlingo", sempre di più, e uno dei nostri uomini (non diciamo chi) capì d'un tratto di non essere molto tagliato per fare il lupo di mare. Gli altri due, rimasti sani, tennero alto l'onore della truppa facendo subito capire al capitano e all'equipaggio che era meglio ripetere gli insegnamenti dall'inizio. Così tornammo al molo... La sera ci sentimmo innanzitutto di ringraziare la marina militare per le sue docce. Nel momento in cui si mette piede sul Pandora, per la prima volta, con la consapevolezza che quella sarà la tua casa per i prossimi giorni, la percezione del mondo cambia leggermente. Ciò che prima era il nostro habitat naturale, era diventata "terraferma", un luogo in cui potevamo essere solo di passaggio; cambia tutto: il gusto del moijto è uguale a tutti quelli bevuti finora, ma diverso da quelli che berrai poi, per ogni porto e per ogni notte. I nostri primi passi sul tempo sono stati un pò incerti, ma alla fine, quando ad una parola del capitano andavamo rapidi ai posti di manovra e bene o male sapevamo cosa fare, i padroni della nave eravamo noi e poco conta che fosse vero o no. Ci siamo abituati a pensare al vento, ad attenderlo, a temerlo, a riconoscere le onde dall'aspetto della superficie del mare, a capire che vele ci facciano andare, quali sono i nodi che tengono e quali vanno bene per le scarpe. E anche adesso che è da un pò che siamo scesi e il mal di terra, marchio da portare con orgoglio, si è dissolto, e quando cerchiamo di descrivere quello che abbiamo vissuto le parole non vengono, perchè non ci sono, resta impossibile dimenticare il panorama dall'alto del pennone dell'albero di trinchetto, il primo abbraccio che dai al bompresso, mentre sei in navigazione e cerchi di slegare il gerlo del fiocco (e vedere il fiocco che si gonfia e la spinta che dà), le docce sul ponte, vedere il naufragio dell'Albatros direttamente tra le onde, le chiacchiere coi ragazzi dell'equipaggio, le luci del porto che si allontanano mentre a bordo della lancia torniamo a casa, l'angolo di cielo che trabocca dal tambucio, sulle nostre teste, prima di addormentarci, lo sciabordio delle onde contro lo scafo, il mare di notte che si fonde nel cielo, le nuotate fino alla spiaggia, estenuanti, in compagnia dei consubin, solo per vedere il sole tramontare dietro la nave dei pirati. Viva il mare, il vento e la sta-i!

Grazie di tutto Michele, Marco, Alessandro